Contro la deforestazione e l'inquinamento dell'aria, l'ultima frontiera del global warming potrebbe arrivare dalle piante artificiali. Park Jng-oh, insieme al suo team della Chonnam National University, in Corea, ha elaborato una pianta robot in grado di produrre ossigeno in assenza di luce. Una vera e propria pianta, non solo per le sembianze ma anche per comportamenti e funzioni.
Non è di certo una novità per gli amanti del settore. Qualche mese fa aveva fatto parlare di sé la giapponese Pekoppa, una pianta robot che non ha bisogno di luce, acqua o cure particolari, ma che grazie ad alcuni sensori è in grado di reagire alla voce del suo padrone. Ma oggi siamo oltre.
Park Jng-oh, insieme al suo team della Chonnam National University, in Corea, ha elaborato una pianta robot in grado di produrre ossigeno in assenza di luce. Una vera e propria pianta, non solo per le sembianze ma anche per comportamenti e funzioni.
L’inconsueto robot, infatti, è in grado di emettere ossigeno, umidità e anche un aroma, ma non solo. Ruota la propria posizione in relazione alle persone che le stanno attorno e reagisce alla musica e alla luce aprendo e chiudendoli i petali dei suoi fiori. Anche nell’aspetto è simile ad una pianta vera. É alta 1,20 m, è inserita in un vaso ed è formata dal fusto e da 5 fiori. Questi ultimi richiamano la cosiddetta Rosa di Sharon.
Si tratta del finto vegetale più complesso ideato sino ad ora, nato da anni di studi del team coreano. Al di là del semplice abbellimento, una simile “creatura” ci fa sorgere un interrogativo. Potremmo un giorno, grazie alla tecnologia, recuperare i danni che l’uomo sta infliggendo agli ecosisistemi? Potrà l’uomo produrre da solo l’ossigeno di cui ha bisogno per vivere?