Gli ingegneri del MIT costruiscono una fotocamera subacquea wi-fi senza batteria per esplorare le regioni sconosciute degli oceani e monitorare gli effetti del cambiamento climatico
Secondo alcune ricerche oltre il 90% degli oceani della Terra è ancora ignoto. Un dato sconvolgente se pensiamo che soltanto una piccola parte dei nostri oceani è stata esplorata mentre invece sono ormai noti molti dei segreti della Luna o del pianeta Marte.
Tuttavia risulta essere davvero difficile nonché dispendioso utilizzare una qualunque attrezzatura standard che consenta di esplorare a pieno i fondali marini.
E invece i ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) sono stati in grado di sviluppare una fotocamera subacquea wireless senza batteria che è circa 100 000 volte più efficiente, dal punto di vista energetico, rispetto ad altre fotocamere utilizzate in precedenza.
Questa fotocamera converte l’energia meccanica delle onde sonore in energia elettrica che alimenta i vari sistemi e trasferisce le immagini raccolte. Le onde sonore che viaggiano attraverso l’acqua provengono da diverse fonti: in alcuni casi si tratta di semplici movimenti relativi alla vita sott’acqua, in altri invece le onde sonore provengono da fonti quali navi o altre piccole imbarcazioni.
La fotocamera quindi accumula l’energia necessaria per scattare le foto e comunicare i dati.
Per mantenere basso il consumo energetico, i ricercatori hanno abbassato la potenza di immagine. I sensori infatti catturano solo immagini in bianco e nero, ma essendo gran parte dei fondali marini al buio, è stato necessario l’utilizzo di un flash a bassa potenza. Come si ottiene quindi un’immagine nitida senza un grosso dispendio di energia? L’idea dei ricercatori è stata quella di utilizzare dei LED Rossi, verdi e blu che consentono la ricostruzione di un’immagine a colori, pur partendo da una in bianco e nero, elaborando i dati raccolti.
La fotocamera non necessita di una fonte di alimentazione per cui può funzionare anche per settimane sott’acqua: esplorando gli ambienti, raccogliendo dati e scovando magari nuove specie animali. La funzione più interessante però sembra essere quella del monitoraggio dei fondali marini minacciati dall’ inquinamento ambientale. Tale tecnologia infatti potrebbe essere di grande aiuto nel comprendere come il cambiamento climatico abbia un forte impatto anche sul mondo sottomarino.
Una volta acquisiti i dati dell’immagine, essi vengono codificati come bit, che nel campo dell’informatica rappresentano l’unità di misura elementare dell’informazione.
L’intero processo di elaborazione dei dati raccolti darà come risultato un’immagine nitida e a colori.
Infatti la fotocamera è stata in grado di scattare una fotografia di alta qualità di una stella marina africana.
Tuttavia gli ingegneri non sono ancora soddisfatti: il prossimo passo è quello di migliorare la memoria della fotocamera, così da trasmettere immagini in streaming o addirittura registrare video sott’acqua.
Fonti: Nature Comunications /Massachusetts Institute of Technology
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