alla 12a edizione, Greenpeace stila la classifica delle aziende del settore hi-tech più green. Sono considerati i 17 principali gruppi industriali produttori di pc, cellulari, televisori e console per videogiochi
Anche quest’anno, e siamo giunti al quarto anno e alla 12a edizione, Greenpeace stila la classifica delle aziende del settore hi-tech più green. Sono considerati i 17 principali gruppi industriali produttori di pc, cellulari, televisori e console per videogiochi, e sono classificati in base alle loro politiche sul riciclo, sul cambiamento climatico e sulle sostanze chimiche tossiche. La classifica vede:
– al 1° posto: Nokia (7,45 su 10), in virtù del programma di ritiro dei cellulari effettuato presso quasi 5.000 punti vendita in 84 paesi e delle informazioni che fornisce ai consumatori su cosa fare con i prodotti da eliminare. Qualche punto in meno per un basso tasso di riciclo e per il packaging
– al 2° posto: Samsung (7,1 su 10), che ha migliorato il proprio punteggio rispetto all’ultima edizione, impegnandosi a ridurre i gas ad effetto serra, nonostante le crescenti vendite. Bene su tutto, niente di negativo
– al 3° posto: Sony Ericsson (6,5 su 10), su di due posti grazie alla migliorata efficienza energetica dei prodotti.
Seguono LG Electronics (5,7), Toshiba (5,5), Motorola (5,5), Philips (5,3), Sharp (5,3), Acer (4,9), Panasonic (4,9), Apple (4,7), Sony (4,5), Dell (3,9), HP (3,5), Microsoft (2,5), Lenovo (2,5), e, per un po’ di suspense, al penultimo posto Fujitsu (2,4), per non avere prodotti privi di sostanze chimiche pericolose.
Al 17 ed ultimo posto: Nintendo (1), che rimane in ultima posizione perché anche se la società ha bandito gli ftalati e sta monitorando l’uso di antimonio e berillio, e sebbene stia cercando di eliminare l’uso di PVC, non ha fissato un calendario per la sua eliminazione.
Tutte le motivazioni ed i documenti dettagliati per produttore sono rintracciabili presso questo link.
Greenpeace inoltre chiede ai grandi marchi hi-tech:
– di eliminare completamente PVC e BFRs da tutti i prodotti hi-tech perché dannosi alla salute di persone e animali e fonte di inquinamento durante il ciclo di produzione e smaltimento a fine vita.
– di ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
– di intervenire con il loro peso economico sui governi del Pianeta per favorire accordi vincolanti al Summit sul Clima che si terrà a Copenhagen in dicembre.
Serena Bianchi