L'azienda di auto elettriche di Elon Musk investe una cifra mostruosa nella criptovaluta più famosa al mondo e in oro. L'obiettivo è, banalmente, guadagnarci, ma in futuro Tesla potrebbe accettare le criptomonete dai suoi clienti
Elon Musk è da un bel po’ una sorta di Re Mida della finanza: non c’è consiglio per gli acquisti (impartito come suo costume via Twitter) che non venga seguito in massa.
E’ successo nelle settimane della febbre per i “meme stocks” (GameStop, AMC Entertainment e Nokia su tutti), che continuano a essere acquistati dai piccoli investitori principalmente come forma di protesta contro i grandi fondi speculativi con prepotenti impennate (e discese) di prezzo.
E’ successo con i Dogecoin, criptovaluta prima dei suoi tweet misconosciuta ai più, di cui nella sua bio su Twitter si è dichiarato “CEO” scatenandone la corsa all’acquisto di cui continua a essere un grande sostenitore.
E’ successo nelle ultime ore con la criptomoneta più famosa e scambiata al mondo: il Bitcoin. Il magnate dell’auto elettrica patron della Tesla ha infatti deciso di investirci ben 1,5 miliardi di dollari, facendo schizzare nelle ultime ore il prezzo del Bitcoin a quota 48.000 dollari, cioè il massimo storico.
Lo si apprende nel report annuale sul 2020 depositato alla SEC (l’autorità di regolamentazione dei mercati finanziari americana) da parte di Tesla Inc., la sua azienda costruttrice di auto elettriche.
Nel gennaio 2021, si legge nel documento 10-K, Tesla ha acquistato Bitcoin per un valore di 1,5 miliardi di dollari dopo aver «aggiornato la nostra politica di investimenti per fornirci maggiore flessibilità per diversificare ulteriormente e massimizzare i rendimenti sulla nostra liquidità che non è necessaria per mantenere un’adeguata liquidità operativa».
In altre parole Tesla, come tutte le grandi aziende, vuol fare fruttare il denaro che ha in cassa e per guadagnarci qualcosa ha puntato sui bitcoin, ma vede ottime opportunità di investimento anche in «lingotti d’oro ed ETF (fondi scambiati sui mercati finanziari, ndr) con sottostante in oro».
Ma se lo scopo primario per cui Tesla ha comprato questa massa di bitcoin è dunque la, seppur legittima, speculazione, la seconda ragione è che più avanti potrebbe essere la prima Casa automobilistica ad accettarli come forma di pagamento per le sue auto al posto delle valute tradizionali.
Lo conferma un altro passaggio del report che ha scatenato la corsa all’acquisto: «Inoltre, prevediamo di iniziare ad accettare bitcoin, che potremmo o meno liquidare al ricevimento, come forma di pagamento per i nostri prodotti nel prossimo futuro, in base alle leggi applicabili e inizialmente su base limitata».
In ogni caso quello di Musk non è un investimento a occhi chiusi sulla criptovaluta: sempre la stessa azienda avverte nel documento: «I prezzi degli asset digitali sono stati in passato e potrebbero continuare ad essere altamente volatili, anche a causa di vari rischi e incertezze associati. Ad esempio, la diffusione di tali attività è una tendenza relativamente recente e la loro adozione a lungo termine da parte di investitori, consumatori e imprese è imprevedibile. Inoltre, la loro mancanza di una forma fisica, la loro dipendenza dalla tecnologia per la loro creazione, l’esistenza, la convalida delle transazioni e il loro decentramento possono sottoporre la loro integrità alla minaccia di attacchi dannosi e all’obsolescenza tecnologica. Infine, la misura in cui le leggi sui titoli o altri regolamenti si applicano o potrebbero applicarsi in futuro a tali attività non è chiara e potrebbe cambiare in futuro. Se deteniamo risorse digitali e il loro valore diminuisce rispetto ai nostri prezzi di acquisto, la nostra condizione finanziaria potrebbe essere danneggiata».
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