In un frammento di trinitite dal primo test nucleare della storia, scienziati scoprono quasicristalli unici: questa scoperta rivoluzionaria apre nuove strade nella comprensione dei fenomeni fisici estremi e potrebbe avere importanti applicazioni nella scienza forense nucleare
Alle prime luci dell’alba del 16 luglio 1945, in New Mexico, si verificò un evento che segnò indelebilmente la storia: l’esercito USA effettuò il primo test di una bomba nucleare, noto come Test Trinity. Un dispositivo di implosione di plutonio, soprannominato “Gadget“, liberò un’energia pari a 21 chilotoni di TNT, annientando una torre di prova alta 30 metri e trasformando in un unico istante l’asfalto e la sabbia del deserto in trinitite, un minerale verde.
Decenni più tardi, un segreto sorprendente venne scoperto all’interno di un frammento di trinitite: una rara forma di materia chiamata quasicristallo. Prima considerati impossibili, i quasicristalli sono unici nella loro struttura atomica, che non si ripete come in altri cristalli. Emergendo nel mondo scientifico nel 1984, i quasicristalli hanno infranto le regole tradizionali, dimostrandosi prodotti in laboratorio e trovati anche nella natura, specialmente in meteoriti colpiti da eventi di grande impatto.
Il mistero della Trinitite Rossa
Intrigati da queste scoperte, un gruppo di scienziati, guidato dal geologo Luca Bindi dell’Università di Firenze, ha esaminato la trinitite, focalizzandosi sulla sua versione rossa, colorata dai fili di rame vaporizzati. Analizzando sei campioni con tecniche avanzate come la microscopia elettronica a scansione e la diffrazione dei raggi X, hanno individuato un quasicristallo a 20 facce, formato da silicio, rame, calcio e ferro.
Questa scoperta, il più antico quasicristallo antropogenico conosciuto, apre nuovi orizzonti nella comprensione dei quasicristalli e della loro formazione. Suggerisce inoltre che eventi naturali come fulmini o impatti meteoritici potrebbero essere fonti di questi materiali. Questa ricerca potrebbe essere cruciale nell’analisi dei test nucleari illeciti, offrendo nuove prospettive nella scienza forense nucleare.
Il geofisico Terry Wallace del Los Alamos National Laboratory sottolinea l’importanza di comprendere i programmi di test nucleari di altri Paesi per una più efficace non-proliferazione degli armamenti nucleari. I quasicristalli, durevoli testimoni di esplosioni nucleari, potrebbero offrire informazioni inestimabili in questo campo.
La ricerca, pubblicata su PNAS, non solo illumina aspetti sconosciuti della fisica dei materiali, ma apre anche nuove vie per la comprensione e il controllo delle armi nucleari.
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Fonte: PNAS
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