Come gli esseri umani potrebbero evolversi in un’altra nuova specie?

Speciazione e futuro dell'uomo: come l'editing genetico e i cambiamenti ambientali potrebbero guidare l'evoluzione dell'essere umano verso la formazione di nuove specie

Circa 300.000 anni fa, diversi tipi di umani popolavano la Terra, incrociandosi, competendo e probabilmente scontrandosi. Alla fine, solo una specie è sopravvissuta: l’Homo sapiens. Nonostante le minacce nucleari e le pandemie globali, questa specie è riuscita a rimanere dominante. Tuttavia, il futuro potrebbe riservare sorprese, con possibili cambiamenti che potrebbero portare a una diversificazione dell’Homo sapiens in diverse specie, creando un mondo, o addirittura una galassia, con più tipi di ominidi.

Siamo ancora in evoluzione?

Nonostante la vita moderna, con i suoi appartamenti riscaldati e dispositivi elettronici, possa sembrare lontana dalla natura, siamo ancora soggetti ai processi evolutivi. Secondo Scott Solomon, biologo evolutivo presso la Rice University e autore del libro “Future Humans: Inside the Science of Our Continuing Evolution”, la selezione naturale è ancora attiva. Un esempio è la capacità di digerire il latte, sviluppata solo negli ultimi 10.000 anni, con l’avvento dell’agricoltura. Un altro esempio recente è l’aumento di parti cesarei, che potrebbe favorire la diffusione di geni legati a bambini più grandi o a canali di parto più piccoli. Cambiamenti sottili ma significativi, come variazioni nella frequenza di determinati tratti genetici, come il colore dei capelli, sono anch’essi considerati cambiamenti evolutivi.

I cambiamenti evolutivi possono accumularsi in una popolazione per un lungo periodo e portare alla formazione di nuove specie, un processo chiamato speciazione. Uno scenario semplice da immaginare è la speciazione allopatrica, dove una popolazione si divide in due gruppi geograficamente isolati che non possono più scambiare geni. Un esempio classico è la separazione tra scimpanzé e bonobo oltre un milione di anni fa, causata dalla formazione del fiume Congo.

La possibilità di nuove specie umane

Sebbene la storia umana sia caratterizzata da migrazioni in luoghi remoti, non sono emerse nuove specie umane negli ultimi 300.000 anni. Solomon suggerisce che ciò potrebbe essere dovuto alla mancanza di isolamento sufficiente. Oggi, l’interazione tra le popolazioni umane è più intensa che mai, riducendo la probabilità di speciazione. Tuttavia, la speciazione umana futura non è impossibile. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, le interfacce uomo-computer e l’editing genetico, come CRISPR-Cas9, potrebbero aprire la strada a percorsi evolutivi diversi.

Un’ipotesi distopica è l’uso dell’editing genetico per creare differenze nette tra individui modificati geneticamente e non, potenzialmente dando origine a specie umane distinte. Un altro scenario, meno distopico, è la colonizzazione di altri pianeti. Le condizioni aliene, come quelle di Marte, potrebbero esercitare pressioni evolutive diverse, portando alla formazione di nuove specie umane. In definitiva, i primi marziani potrebbero essere esseri umani, sottoposti a pressioni evolutive mai viste prima.

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Fonte: UCLScott Solomon

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