Brevetto tutto italiano per la batteria che dura più di 20 anni

Creata la batteria “eterna”. È questo il soprannome dato al nuovo brevetto di Gianni Lisini, ricercatore alla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, che ha ideato un sistema in grado di aumentare la vita utile delle batterie

Creata la batteria “eterna”. È questo il soprannome dato al nuovo brevetto di Gianni Lisini, ricercatore alla Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia, che ha ideato un sistema in grado di aumentare la vita utile delle batterie.

Non durerà per sempre ma almeno per 20 anni. È questa la promessa della batteria, pensata anche in funzione delle nuove esigenze legate alla sostenibilità, come l’utilizzo di pannelli fotovoltaici dotati di sistemi di accumulo, e-mobility e anche segnaletica stradale.

Come funziona?

Il brevetto riguarda un sistema di gestione di un accumulatore ibrido formato da una batteria chimica e un set di supercapacitori. Questi ultimi sono la vera novità relativa all’accumulo di energia elettrica sotto forma elettrostatica. Si tratta di condensatori in grado di immagazzinare carica supportando un numero molto elevato di cicli di carica/scarica.

Combinando questi due sistemi di accumulo attraverso il nuovo brevetto, ne deriva un terzo ibrido la cui particolarità è quella di aumentare di gran lunga la vita utile delle batterie chimiche che usiamo comunemente, tra cui Litio, Piombo, Nichel.

E i vantaggi? Derivano tutti dalla riduzione della sostituzione periodica di batterie, con la produzione di una minore quantità di rifiuti, la riduzione degli interventi di manutenzione e infine la possibilità di realizzare apparati autoalimentati con una vita utile della batteria pari a circa 20 anni con giornalieri cicli di carica/scarica.

“Utilizzando tale tecnica sarebbe possibile sostituire gran parte delle batterie al Cadmio industriali che tuttora presentano notevoli problematiche di smaltimento e di costoprecisa il comunicato ufficiale.

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Nel caso delle rinnovabili, una batteria di questo tipo utilizzata in associazione al fotovoltaico potrebbe permettere di superare uno dei limiti, ossia quello dell’intermittenza. In questo modo, nella batteria si conserverebbe l’energia prodotta in eccesso, da utilizzare nei momenti di assenza di sole. E la lunga durata renderebbe ancora più ecologico la produzione di energia dal sole.

Francesca Mancuso

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