La sonda Voyager 2 della Nasa è nello spazio interstellare e si trova ora a circa 18 miliardi di chilometri da noi: per la seconda volta nella storia un oggetto creato dall’uomo riesce a lasciare indenne il nostro Sistema Solare. Un incredibile risultato che porta altra “umanità” nel cosmo
La sonda Voyager 2 della Nasa è nello spazio interstellare e si trova ora a circa 18 miliardi di chilometri da noi: per la seconda volta nella storia un oggetto creato dall’uomo riesce a lasciare indenne il nostro Sistema Solare. Un incredibile risultato che porta altra “umanità” nel cosmo.
La missione, lanciata il 20 agosto 1977, aveva come obbiettivo lo studio di Giove, Saturno, Urano e Nettuno fino ai confini del nostro piccolo mondo intorno al sole. E, come la sua gemella Voyager 1 è riuscita ora a superarli, arrivando tra le stelle.
Confrontando i dati di diversi strumenti a bordo della sonda, gli scienziati hanno dedotto che il confine è stato superato lo scorso 5 novembre, data in cui Voyager 2 ha sorpassato la cosiddetta eliopausa, ovvero il limite presso il quale il vento solare emesso dalla nostra stella è fermato dal mezzo interstellare.
Foto: Nasa
In altre parole il vento solare crea una sorta di “bolla” nello spazio interstellare nel mezzo interstellare e al bordo più esterno la forza del vento non è più sufficiente a spingere indietro il mezzo interstellare. Per questo l’eliopausa è considerato il confine estremo del Sistema Solare.
È vero, anche Voyager 1 ha superato questo limite nel 2012, ma Voyager 2 è dotata di uno strumento che fornirà le prime osservazioni sulla natura di questo “inter-regno” che ci separa dal resto del cosmo.
Foto: NASA/JPL-Caltech
Voyager 2 ora è a circa 18 miliardi di chilometri da noi e gli scienziati possono ancora comunicare con la sonda, ma le informazioni, che si spostano alla velocità della luce, impiegano circa 16,5 ore per arrivare fino a noi, contro gli appena 8 minuti della luce che proviene dal Sole.
“Siamo tutti contenti e sollevati del fatto che le sonde Voyager abbiano raggiunto entrambe questo traguardo – dichiara Suzanne Dodd, responsabile del progetto Voyager presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA a Pasadena, in California – É quello che stavamo aspettando e ora non vediamo l’ora di sapere cosa impareremo dalle sonde, entrambe al di fuori dell’eliopausa”.
Un incredibile risultato, indubbiamente, che ci porterà nuovamente anche fuori dal Sistema Solare e dal quale sicuramente potremo trarre conoscenza e sapere. Sperando di non lasciare eccessiva traccia di noi anche così lontano.
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Foto di copertina: NASA/JPL-Caltech