Il satellite Gaia ci riporta sulla Terra foto e informazioni di quasi due miliardi di stelle della nostra Via Lattea.
Un’indagine mai vista prima su tutto il vicinato, ma quello cosmico: il satellite Gaia ci riporta sulla Terra foto e informazioni di quasi due miliardi di stelle della nostra Via Lattea con uno sguardo al di fuori, tutte catalogate nell’Early Release 3, l’enorme database pubblicato dall’Esa il 3 dicembre.
Posizione, misure delle distanze e dei lenti ma inesorabili movimenti celesti, nonché di luminosità e colore: questi solo alcuni dei dati riportati nel catalogo di 1miliardo e 811milioni e di 709.771 stelle. Che sono, comunque, una piccola parte dell’immenso Universo.
Nel 2018 erano “solo” un miliardo e 700 milioni, ma Gaia continua a lavorare e l’enciclopedia galattica si arricchisce migliorando anche la precisione dei dati raccolti, in particolare del 30% sulle distanze e del 50% sui moti stellari, nonché un campionamento più omogeneo del cielo, grazie a oltre un anno di osservazioni aggiuntive e a un notevole miglioramento tecnologico.
“L’obiettivo della missione Gaia di realizzare la più accurata mappa tridimensionale della nostra galassia è pienamente sostenuto dall’Italia – spiega Barbara Negri, responsabile Volo Umano e Strumentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). In particolare, l’Asi sta gestendo le attività del Gaia Data Processing Center italiano presso Altec, Torino e quelle più scientifiche previste presso l’ASI Space Science Data Center (Ssdc), e fornisce anche un importante supporto al team scientifico dell’Inaf. In questo modo potranno essere garantiti al nostro Paese gli importanti ritorni scientifici nel campo dell’Astrofisica”.
Lanciata nel 2013, Gaia ha come obiettivo proprio il tracciamento della mappa più precisa mai realizzata della nostra galassia, registrando la luce di stelle fino a un milione di volte più fioche di quelle visibili ad occhio nudo. Le prime due versioni del catalogo, rese pubbliche rispettivamente nel 2016 e 2018, stanno rivoluzionando la nostra visione della Via Lattea, come scrive l’Esa.
I dati non sono solo curiosità scientifiche e fotografie emozionanti ma fini a se stesse: hanno permesso infatti agli esperti di fare luce sulla storia di oltre 13 miliardi di anni dell’Universo. Con una media di quattro articoli scientifici pubblicati al giorno, la missione ha dunque un impatto significativo praticamente su tutte le branche dell’astrofisica.
Le nuove informazioni spaziano su tutta la galassia e oltre, rivelando i movimenti oscillatori delle stelle nelle frange più esterne della Via Lattea, nonché la rotazione delle stelle nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie satelliti della nostra, e il “ponte” di stelle che fluiscono verso di essa dalla sua vicina, la Piccola Nube di Magellano.
Un incredibile contributo scientifico che, oltre a quasi 2 miliardi di stelle nel nostro angolo di Universo, comprende anche 1.6 milioni di quasar, i cuori di galassie lontane la cui enorme luminosità proviene dall’attività dei buchi neri supermassicci nei loro centri.
Il catalogo è disponibile a questo link.
Fonte: Agenzia Spaziale Italiana
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