Tempesta geomagnetica diretta verso la Terra: il 30 gennaio è stata registrata una potente emissione di massa coronale (CME). Aurore boreali?
Tempesta geomagnetica diretta verso la Terra: il 30 gennaio è stata registrata una potente emissione di massa coronale (CME) proveniente dalla macchia solare AR2936, che ha provocato un brillamento di classe M1. Pronti a vedere (almeno in foto e video) splendide aurore boreali?
Come riporta spaceweather.com, la nuova macchia solare AR2936 è cresciuta rapidamente fino a diventare una delle più grandi regioni attive del Ciclo Solare 25 (iniziato a dicembre 2019), quadruplicando le sue dimensioni in sole 48 ore. Questo potrebbe spiegare l’espulsione di massa coronale dalla nostra stella.
Il materiale è diretto verso di noi e potrebbe interagire con il nostro campo magnetico tra l’1 e il 2 febbraio: è dunque possibile che in alte latitudini si possa festeggiare il giorno della Candelora (Imbolc nella tradizione celtica) con delle stupende aurore boreali.
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Secondo gli esperti, esiste ora una probabilità pari al 20% che possano verificarsi altri brillamenti di classe M e una probabilità del 5% di potenti brillamenti di classe X, probabilità che potrebbero crescere ulteriormente nei prossimi giorni.
Come di legge sul sito del National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), i prossimi sono davvero giorni decisivi: dalla sera di domani 1 febbraio, infatti, è previsto un incremento significativo del K-index, una misura del “clima solare”.
In particolare tale valore è numero intero compreso tra 0 e 9, dove 1 indica una situazione di calma, mentre e 5 o più indica una tempesta geomagnetica, di intensità crescente. Come si vede dal prospetto nelle prossime ore potrebbe arrivare anche a 6, indicando una tempesta geomagnetica di intensità moderata (sufficiente sulla carta a scatenare aurore ma potenzialmente anche problemi ai sistemi di comunicazione).
Tecnicamente il K-index si ricava dalle fluttuazioni massime delle componenti orizzontali del campo magnetico osservate su un magnetometro durante un intervallo di tre ore, ed è un ottimo indicatore utilizzato per decidere se è necessario emettere allerte geomagnetiche per gli utenti interessati da tali disturbi (rete elettrica, veicoli spaziali, segnali radio che si riflettono o attraversano la ionosfera ma anche osservatori dell’aurora boreale e australe).
Non resta dunque che attendere le prossime ore (e monitorare almeno il web).
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Fonti: spaceweather.com / NOAA
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