Decisamente inquietante il suono di un buco nero. La Nasa ha registrato quello al centro dell’ammasso di galassie Perseus, a 250 milioni di anni luce da noi. Le onde acustiche provenienti da esso sono state trasposte in modo che possano essere percepite dall’udito umano
Non è proprio un suono dolce, anzi diremmo piuttosto inquietante, il suono di un buco nero, almeno quello registrato dalla Nasa lo scorso maggio. Le onde acustiche, trasposte in modo che possano essere percepite dall’udito umano, provengono dal buco nero al centro dell’ammasso di galassie Perseus, a 250 milioni di anni luce di distanza da noi.
Come spiega la Nasa, la storia parte da lontano: nel 2003, gli astronomi avevano rilevato qualcosa di veramente sorprendente, ovvero onde acustiche che si propagavano attraverso le abbondanti quantità di gas attorno il buco nero al centro dell’ammasso di galassie di Perseo. Ma non potevamo percepirle, perché includono la nota più bassa nell’Universo mai rilevata dall’uomo, ben al di sotto dei limiti del nostro udito.
Solo recentemente gli scienziati sono riusciti a trasporre il suono in ottave per noi percepibili, in modo che si possa avere un’idea di cosa potremmo ascoltare se viaggiassimo liberamente nello spazio intergalattico.
Le onde sonore sono state estratte radialmente (verso l’esterno) dal buco nero, e riprodotte in senso antiorario dal centro, in modo da poter sentire i suoni in tutte le direzioni a toni 144 quadrilioni e 288 quadrilioni di volte superiori alla loro frequenza originale. Il risultato è oggettivamente inquietante, come molte delle onde registrate dallo spazio e trasposte in frequenze audio.
I suoni non sono però solo una curiosità scientifica: infatti il plasma surriscaldato che permea un ammasso di galassie – noto come mezzo intracluster – è più denso e molto più caldo del mezzo intergalattico esterno agli ammassi stessi, quindi le onde sonore che si propagano attraverso il mezzo intracluster sono un meccanismo per cui il mezzo intracluster può essere riscaldato, trasportando energia attraverso il plasma.
E, poiché le temperature aiutano a regolare la formazione stellare, le onde sonore potrebbero quindi svolgere un ruolo fondamentale nell’evoluzione degli ammassi di galassie per lunghi periodi di tempo.
Quel calore è proprio ciò che permette agli astronomi di rilevare anche le onde sonore: essendo così caldo, il mezzo intracluster si illumina in modo brillante ai raggi X e quindi l’Osservatorio a raggi X Chandra è riuscito non solo a captare le onde ma anche a sonificarle per far ascoltare il suono a tutti.
Oltre al buco nero di Perseo, è stato sonificato anche il famoso M87, il primo buco nero mai fotografato direttamente in un colossale sforzo dalla collaborazione Event Horizon Telescope.
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Non ci resta che ascoltare e immaginare davvero di essere in viaggio nello spazio intergalattico.
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Fonti: Science Alert / Nasa/Youtube
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