Quest'anno il solstizio d'inverno, ovvero l'inizio della stagione più fredda dell'anno per noi che viviamo nell'emisfero Nord del pianeta, cadrà il 22 dicembre alle 4.27. E sarà anche il giorno più breve, quello in cui potremo "beneficiare" del minimo delle ore di luce e del massimo di quelle di buio.
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Perché ciò avviene?
La colpa, se così possiamo definirla, è dell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre a causa della quale la luce del sole sembra aumentare e diminuire nel corso di un anno. È chiaro che non è il sole a causare questo cambiamento ma il movimento della Terra rispetto ad esso. L’asse terrestre punta in direzione nord, verso la Stella Polare. Tutto nel cielo, compreso il sole, sembra ruotare intorno a questo punto quasi fisso.
Solstizio uguale in tutto il mondo?
Chiaramente non funziona così in tutto il pianeta. Durante il solstizio d’inverno il Sole raggiunge lo zenit, ossia il punto perpendicolare al piano dell’orizzonte nelle località del Tropico del Capricorno. Ciò significa che esso sarà perpendicolare rispetto al terreno e non produrrà ombra. Inoltre, mentre nell’emisfero settentrionale avremo il minimo di ore di luce, gli abitanti di quello australe potranno averne il massimo, come accade a noi a giugno in occasione del solstizio d’estate.
Curiosità
Nonostante si tenda ad associarlo sempre al 21 dicembre, il solstizio ritarda ogni anno di 5 ore, 48 minuti e 46 secondi per la precisione, sfasamento poi bilanciato dall’anno bisestile, convenzionalmente introdotto ogni 4 anni per evitare il disallineamento delle stagioni col calendario. Per questo, a volte il solstizio astronomico può essere il 22 dicembre.
Fin dall’antichità questo giorno è stato considerato al pari di una vera e propria festa, dal Sol Invictus dei pagani ai Saturnalia dell’antica Roma fino ad arrivare al Natale per il Cristianesimo, non un caso.
Altra curiosità: il centro della Via Lattea si trova esattamente sotto la posizione del sole il 21 dicembre.
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