Segnali radio misteriosi provenienti da galassie come la nostra (scoperta epocale)

Un nuovo metodo di analisi dei dati sugli FRB, utilizzando la luce polarizzata, svela che queste esplosioni cosmiche provengono da galassie simili alla nostra Via Lattea

Un recente studio condotto dagli astronomi dell’Università di Toronto ha rivelato che sappiamo ancora poco sull’origine dei fast radio bursts (FRB), ossia potenti segnali radio provenienti dallo spazio profondo. Grazie a un nuovo metodo di analisi dei dati ottenuti dal telescopio CHIME, stanno emergendo nuove informazioni su questi segnali misteriosi.

I fast radio bursts (FRB) sono esplosioni radio molto intense e brevissime che arrivano a noi dalle profondità dello spazio. In un solo millisecondo, rilasciano tanta energia quanto il Sole in tre giorni. Scoperti per la prima volta nel 2007, da allora sono stati rilevati oltre 1.000 FRB provenienti da varie parti dell’universo. Tuttavia, la loro origine rimane un mistero. È chiaro che provengono da luoghi estremi o inusuali: tra le ipotesi vi sono stelle di neutroni, buchi neri e persino tecnologie aliene.

Nuove scoperte grazie alla luce polarizzata

Pubblicato su The Astrophysical Journal, lo studio esamina la luce polarizzata di 128 FRB non ripetitivi, cioè segnali che finora sono stati emessi solo una volta. I risultati indicano che questi segnali provengono da galassie simili alla nostra Via Lattea, con densità e campi magnetici modesti.

Gli studi precedenti si erano concentrati su un numero molto più piccolo di FRB ripetitivi, che sembrano avere origine in ambienti densi e altamente magnetizzati. Solo circa il 3% degli FRB conosciuti si ripete, provenendo da fonti che hanno emesso più segnali.

La maggior parte dei radiotelescopi può osservare solo piccoli punti nel cielo, rendendo più facile concentrarsi sugli FRB ripetitivi con posizioni note. CHIME, invece, può osservare un’area molto vasta del cielo, rilevando sia gli FRB ripetitivi che quelli non ripetitivi. Ayush Pandhi, autore principale dello studio e dottorando all’Università di Toronto, ha dichiarato:

È la prima volta che analizziamo il restante 97% degli FRB. Questo ci permette di riconsiderare cosa pensiamo siano gli FRB e di vedere come possano essere diversi quelli ripetitivi da quelli non ripetitivi.

La luce polarizzata degli FRB, cioè quella che vibra su un piano singolo, può cambiare direzione con il tempo e con il colore della luce. Questi cambiamenti possono spiegare come un FRB è stato prodotto e quale tipo di materiale ha attraversato nel suo viaggio verso la Terra.

Studiare come cambia la direzione della polarizzazione per diversi colori della luce può fornire informazioni sulla densità locale di dove un FRB è stato prodotto e sulla forza del magnetismo presente. Questo studio conclude che la maggior parte degli FRB non ripetitivi non sono come le poche fonti ripetitive precedentemente studiate. Suggerisce che queste esplosioni provengano da un ambiente meno estremo con un tasso di esplosione inferiore.

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Fonte: University of Toronto

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