Tutta la verità sul razzo cinese che potrebbe colpire l’Italia

Lo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B, che il 29 aprile ha portato in orbita il primo modulo della stazione spaziale Tiangong, è in caduta incontrollata e potrebbe cadere in Italia. Ecco cosa dicono gli esperti sui rischi reali.

Sta destando grande preoccupazione la notizia che riguarda la probabile caduta di un razzo cinese sul territorio italiano. Purtroppo, non si tratta di una bufala ma di un timore che è stato confermato anche dall‘Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isti-Cnr) di Pisa, impegnato in un monitoraggio costante. È, infatti, in caduta incontrollata verso la Terra lo stadio del razzo cinese Lunga Marcia 5B che lo scorso 29 aprile ha portato in orbita il primo modulo della stazione spaziale Tiangong. 

Il lancio del 29 aprile non ha presentato alcuna criticità, ma successivamente lo stadio del razzo è stato abbandonato nell’orbita e non dà più segni di vita, come spiega il ricercatore Luciano Anselmo dell’Isti-Cnr. Si comporta, dunque, come un “veicolo passivo” e l’unica influenza che subisce è rappresentata dal freno dell’atmosfera, che lo sta spingendo verso la Terra. 

Quali rischi corre l’Italia? 

In base a quanto emerso dal monitoraggio dell’Isti-Cnr, la caduta potrebbe avvenire nella fascia compresa fra 41,5 gradi a Nord e 41,5 gradi a Sud, e che comprende anche l’Italia centrale e meridionale. Tuttavia, l’orbita potrebbe subire variazioni.

“Il rientro è probabile a metà della prossima settimana prossima, con un’incertezza di alcuni giorni” chiarisce Luciano Anselmo.

Non si tratta della prima volta che l’umanità corre un rischio simile. Una situazione del genere si è verificata lo scorso anno, sempre a causa di un razzo cinese.

“E’ la seconda volta che accade con questa versione del razzo” – aggiunge Anselmo – “La prima era stata nel 2020, quando i frammenti erano caduti su alcuni villaggi dell’Africa occidentale”, ma allora la notizia era passata in sordina per via dello scoppio della pandemia di Covid-19. 

Non resta che aspettare gli aggiornamenti del monitoraggio degli scienziati e sperare che i detriti cadano in aree disabitate. Ma, alla luce di questo nuovo pericolo, sono tanti gli esperti che chiedono una normativa internazionale che ponga dei limiti al lancio di razzi che mettono a rischio l’umanità.

Fonte: Ansa

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