Sono state appena svelate le prime immagini realizzate grazie al sofisticatissimo telescopio Webb della Nasa: sono incredibilimente nitide e ricche di dettagli mai visti prima. Una carrellata di emozioni, ma soprattutto una nuova finestra sul nostro Universo, ricco di misteri da scoprire
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Se siete rimasti meravigliati osservando la prima immagine del telescopio James Webb, diffusa stanotte dalla Nasa, sappiate che quello era solo l’assaggio. Dopo l’anteprima di stanotte, che mostrava l’ammasso di galassie SMACS 0723 – a circa quattro miliardi di anni luce dal nostro Pianeta – arriva una carrellata di immagini a colori che ci fanno intraprendere un viaggio senza precedenti nel nostro Universo, attraverso gli “occhi” del telescopio più sofisticato mai progettato.
Queste chicche, attesissime dagli appassionati di astronomia di tutto il mondo, sono appena state svelate in diretta streaming dalla Nasa e dall’Esa e stanno già rimbalzando su testate e piattaforme social. E sono una più incantevole dell’altra. Scopriamole una per una, partendo da quella presentata stanotte dal Presidente americano Joe Biden.
L’immagine più nitida e profonda dell’universo primordiale
La prima meravigliosa immagine mostra dell’ammasso di galassie SMACS 0723, a circa quattro miliardi di anni luce dal nostro Pianeta, la cui massa deflette e amplifica la luce di galassie ancora più lontane, proprio come fa una lente di ingrandimento. Per la prima volta, grazie al telescopo James Webb, sono stati osservati anche oggetti molto deboli.
Lo spettro dell’atmosfera dell’esopianeta Wasp-96b
La seconda ad essere stata svelata è l’immagine in cui è visibile lo spettro dell’atmosfera di un Pianeta extrasolare: stiamo parlando dello Wasp-96b. Il corpo celeste, scoperto nel 2014, è composto principalmente da gas, si trova a circa 1150 anni luce dalla Terra, e orbita attorno alla sua stella ogni 3,4 giorni. La temperatura di questo gigante gassoso è più elevata di quella di qualsiasi altro Pianeta del nostro sistema solare!
Nebulosa Anello del Sud
Quelle che ritraggono la nebulosa dell’Anello del Sud (nota anche con la sigla Ngc 3132 e col nome Eight-Burst) sono meraviglia pura per gli occhi: le immagini a infrarossi, che mostrano la nebulosa planetaria (cioè una nuvola di gas in espansione che circonda una stella morente), sono così dettagliate da togliere il fiato.
La Eight-Burst presenta un diametro di circa mezzo anno luce e si trova a circa 2000 anni luce di distanza dal nostro Pianeta. La stella più fioca visibile al centro di questa immagine ha emesso anelli di gas e polvere per migliaia di anni in ogni direzione direzioni e per la priva volta il telescopio spaziale Webb ha rivelato che la stella morente è avvolta nella polvere.
Il Quintetto di Stephan
Assolutamente affascinante anche l’immagine che rivela il Quintetto di Stephan, il gruppo visuale di cinque galassie situato in direzione della costellazione di Pegaso, sotto una nuova luce. Questo “mosaico” rappresenta un lavoro eccezionale: è formato da ben 150 milioni di pixel ed è il risultato di quasi 1.000 file immagine differenti.
Si tratta dall’immagine più grande – che copre un’area del cielo pari a circa 1/5 del diametro della Luna (vista dalla Terra) – realizzata dal potentissimo telescopio Webb. Grazie alla sua sua risoluzione estremamente elevata, possiamo ammirare dettagli mai visti prima in questo gruppo di galassie: ammassi scintillanti di milioni di giovani stelle e regioni stellari di nuove nascite di stelle rendono l’immagine un capolavoro letteralmente galattico.
La nascita delle stelle nella Nebulosa della Carena
E dulcis in fundo… un’immagine che sembra quasi un dipinto di un paesaggio, con montagne dalle vette suggestive. L’ultima chicca rilasciata dalla Nasa mostra la nascita delle stelle all’interno della Nebulosa della Carena, una fra le più estese e luminose del firmamento, situata nel cuore della Via Lattea australe.
Si tratta di una vera e propria “fabbrica” di stelle, che dista ben 7600 anni luce da noi. Nell’immagine i dettagli sono nitidissimi: sono visibili astri mai osservati prima. L’area cavernosa è stata scavata dalla nebulosa dall’intensa radiazione ultravioletta e dai venti stellari di giovani stelle estremamente massicce, calde, situate al centro della bolla. Non è incredibile?
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Fonte: NASA
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