C’è vita su Plutone? Scoperte molecole organiche complesse

Su Plutone sarebbero presenti molecole di carbonio e azoto, condizioni chimiche adatte alla formazione di forme di vita. E anche un oceano sotterraneo. È quanto sostengono rispettivamente un gruppo di ricercatori del Southwest Research Institute, che ha esaminato i dati forniti dal telescopio Hubble e pubblicato i risultati sull'Astronomical Journal, e uno studio dell’Università della California, pubblicato su Astrobiology Magazine.

Su Plutone sarebbero presenti molecole di carbonio e azoto, condizioni chimiche adatte alla formazione di forme di vita. E anche un oceano sotterraneo. È quanto sostengono rispettivamente un gruppo di ricercatori del Southwest Research Institute, che ha esaminato i dati forniti dal telescopio Hubble e pubblicato i risultati sull’Astronomical Journal, e uno studio dell’Università della California, pubblicato su Astrobiology Magazine.

Secondo gli esperti, sulla superficie del Pianeta nano esistono i “mattoni della vita”, le molecole complesse di carbonio e azoto. Le sostanze organiche sarebbero responsabili del rossore di Plutone e dell’anello di corpi ghiacciati noti come Fascia di Kuiper, la regione del Sistema Solare che si estende dall’orbita di Nettuno. Quando i raggi ultravioletti della luce solare interagiscono con questi ghiacci, scindono il metano e il monossido di carbonio, dando origine a dei composti organici complessi.

Lo studio sul Pianeta nano è stato coordinato dal ricercatore Alan Stern, che si è avvalso del Cosmic Origins, il nuovo spettrografo installato a bordo del telescopio spaziale Hubble durante l’ultima missione del 2009. “Si tratta di una scoperta emozionante perché gli idrocarburi complessi e le altre molecole presenti su Plutone che potrebbero essere responsabili delle caratteristiche ultraviolette dello spettro riscontrate con Hubble potrebbero, tra l’altro, essere responsabili del colore vermiglio di Plutone” ha dichiarato Stern in un comunicato stampa.

Ma c’è di più: sotto la superficie gelata di ghiaccio d’azoto del lontano planetoide, a 135 chilometri di profondità, si nasconderebbe un enorme mare di acqua. E dove c’è acqua, si sa, non è escluso che ci possa essere vita.

Quando la sonda New Horizons raggiungerà il “pianeta nano” nel 2015, potrà confermare o smentire entrambe le ipotesi. La missione New Horizons della Nasa studierà, infatti, conformazione, temperatura, composizione atmosferica e vento solare del piccolo pianeta. “La scoperta che abbiamo fatto con Hubble ci ricorda che anche le scoperte più emozionanti sulla composizione di Plutone e sull’evoluzione della sua superficie potranno riservare molte soprese quando la sonda New Horizons della NASA arriverà su Plutone nel 2015” conclude Stern.

Roberta Ragni

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