Una ricerca guidata dall’Università di Liegi (Belgio) ha scoperto un esopianeta di dimensioni simili alla Terra, che però a differenza del nostro Pianeta, orbita attorno ad una stella decisamente “debole”, una nana bianca ultra debole grande più o meno come Giove, a 55 anni luce da noi
A 55 anni luce da noi esiste un esopianeta di dimensioni simili alla Terra che orbita attorno ad una stella “debole”, una nana bianca ultra fredda grande approssimativamente come Giove. La scoperta è frutto di una ricerca guidata dall’Università di Liegi (Belgio), nell’ambito dei lavori del progetto SPECULOOS.
Come spiegano i ricercatori, le stelle nane ultra fredde sono le stelle meno massicce del nostro Universo, di dimensioni simili a Giove, più del doppio più fredde, dieci volte meno massicce e cento volte meno luminose del nostro Sole. La loro durata di vita è oltre cento volte più lunga di quella della nostra stella, e saranno le ultime stelle a brillare quando l’Universo diventerà freddo e buio.
Sebbene siano molto più comuni nel cosmo rispetto alle stelle simili al Sole, le stelle nane ultra fredde sono ancora poco conosciute a causa della loro bassa luminosità. In particolare, si sa molto poco dei loro pianeti, anche se rappresentano una frazione significativa della popolazione planetaria della nostra Via Lattea.
È in questo contesto che il consorzio SPECULOOS, guidato dall’Università di Liegi, ha appena annunciato la scoperta di un nuovo pianeta delle dimensioni della Terra in orbita attorno a una vicina stella nana ultra fredda – scrivono gli autori – L’esopianeta SPECULOOS-3 b si trova a circa 55 anni luce dalla Terra (che è molto vicino su scala cosmica! La nostra galassia, la Via Lattea, si estende per oltre 100.000 anni luce)
L’esopianeta appena identificato è il secondo sistema planetario scoperto attorno a questo tipo di stelle e ha praticamente le stesse dimensioni del nostro pianeta. Ma un anno, cioè un’orbita attorno alla stella, dura circa 17 ore. I giorni e le notti, invece, probabilmente non finiscono mai.
Crediamo che il pianeta ruoti in modo sincrono, ovvero con lo stesso lato, chiamato lato giorno, sia sempre rivolto verso la stella, proprio come fa la Luna con la Terra – spiega infatti Michaël Gillon, primo autore del lavoro – E quindi l’altro lato dovrebbe essere imprigionato in un’oscurità eterna
Il progetto SPECULOOS (Search for Planets EClipsing ULtra-cOOl Stars), gestito congiuntamente dalle Università di Liegi, Cambridge, Birmingham, Berna, MIT e ETH di Zurigo, ha come obbiettivo proprio cercare esopianeti attorno alle stelle nane ultra fredde più vicine.
Questi corpi celesti, essendo sparsi nel cielo, devono essere osservati uno per uno per settimane, per avere buone possibilità di rilevare pianeti in transito. Ciò richiede una rete dedicata di telescopi robotici professionali.
Abbiamo progettato SPECULOOS appositamente per osservare le stelle nane ultra fredde vicine alla ricerca di pianeti rocciosi che si prestano bene a studi dettagliati – commenta Laetitia Delrez, che ha collaborato alla scoperta – Nel 2017, il nostro prototipo SPECULOOS, utilizzando il telescopio TRAPPIST, ha scoperto il famoso sistema TRAPPIST-1 composto da sette pianeti delle dimensioni della Terra, tra cui diversi potenzialmente abitabili. Fu un ottimo inizio!
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La stella SPECULOOS-3 è invece fredda più del doppio del nostro Sole, con una temperatura media di circa 2.600°C. Ma, a causa della sua orbita cortissima, il pianeta riceve quasi sedici volte più energia al secondo rispetto alla Terra e viene quindi letteralmente bombardato da radiazioni ad alta energia.
In un ambiente del genere, la presenza di un’atmosfera attorno al pianeta è altamente improbabile – sostiene Julien de Wit, co-direttore dell’Osservatorio Nord SPECULOOS – Il fatto che questo pianeta non abbia atmosfera potrebbe essere un vantaggio sotto diversi aspetti. Ad esempio, potrebbe permetterci di imparare molto sulle stelle nane ultra fredde, il che a sua volta renderà possibili studi più approfonditi sui loro pianeti potenzialmente abitabili
Ma non finirà qui.
Questa scoperta dimostra la capacità del nostro osservatorio SPECULOOS-Nord di rilevare esopianeti delle dimensioni della Terra adatti per uno studio dettagliato. E questo è solo l’inizio! – conclude Gillon – Grazie al sostegno finanziario della Vallonia e dell’Università di Liegi, due nuovi telescopi, Orion e Apollo, raggiungeranno presto Artemide sull’altopiano del vulcano Teide a Tenerife, per accelerare la caccia a questi affascinanti pianeti
Il lavoro è stato pubblicato su Nature Astronomy.
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Fonti: Università di Liegi / Nasa / Nature Astronomy
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