La Terra è sempre meno buia a causa dell'inquinamento luminoso provocato da rifiuti spaziali e satelliti. Lo rivela un nuovo studio pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.
È sempre più complicato riuscire a vedere le stelle dal nostro Pianeta per via dell’inquinamento luminoso provocato da spazzatura spaziale e satelliti. Secondo una nuova ricerca scientifica, non è rimasto ormai nessun angolo della Terra in cui non si venga disturbati da fonti di luce artificiali.
E la situazione sembra destinata a peggiorare nei prossimi tempi. “Man mano che lo spazio diventa più affollato, l’entità di questo effetto sarà solo maggiore, non minore” sottolinea John Barentine, direttore delle politiche pubbliche presso l’International Dark-Sky Association, che ha preso parte allo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Lo studio ha preso in considerazione le decine di migliaia di oggetti in orbita nel 2020. (Leggi anche: Inquinamento luminoso in aumento, addio ai cieli stellati)
La Terra è sempre più illuminata dalla presenza di satelliti e rifiuti spaziali
Dal 2019, l’azienda aerospaziale statunitense SpaceX ha lanciato più di 1000 satelliti per comunicazioni Starlink e nei prossimi anni saranno autorizzati altri lanci sia alla SpaceX che ad altre società come Amazon. Per ridurre i livelli di inquinamento luminoso, gli ingegneri della SpaceX sono riusciti a ridurre notevolmente la luminosità dei prossimi satelliti che verranno mandati nello spazio.
John Barentine e altri scienziati si sono concentrati sull’effetto che hanno le scie luminose dei singoli satelliti sull’osservazione a occhio nudo delle stelle, mentre l’astronomo slovacco Miroslav Kocifaj si era posto innanzitutto un altro problema, ovvero se la presenza di satelliti e di rifiuti spaziali fosse in grado di aumentare il livello di bagliore nel cielo notturno. E la sua ipotesi ha trovato conferma nel nuovo studio da cui emerso che anche nei posti più bui della Terra vi è un 10% di luce provocata dagli oggetti in orbita.
“Attendo con impazienza una conferma indipendente dei risultati” ha affermato Pat Seitzer, astronomo emerito dell’Università del Michigan, che sta collaborando con la società SpaceX per attenuare la luminosità dei satelliti. Secondo Seitzer lo studio è stato condotto con precisione, ma lo studioso è rimasto sorpreso dai livelli di inquinamento luminoso emersi.
Nel 1979, l’Unione Astronomica Internazionale aveva suggerito di costruire gli osservatori astronomici dove l’inquinamento luminoso era inferiore alla soglia 10%, ma – come rivelato dal recente studio – pare che non esista più nessun luogo del nostro Pianeta che risponda a tale requisito. Questa situazione è piuttosto preoccupante soprattutto per gli astronomi che avranno sempre più difficoltà a individuare e osservare galassie, nebulose e altri corpi celesti.
Fonte: Monthly Notices of the Royal Astronomical Society/Science
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