È forse la costellazione più nota di tutta la volta celeste, visibile praticamente da tutto il Pianeta: è Orione
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È forse la costellazione più nota di tutta la volta celeste, complice molte stelle brillanti e una posizione “strategica” che la rende visibile praticamente da tutto il Pianeta: è Orione (o Cacciatore), che, vicina alle sue “prede”, è un must per chi ama osservare il cielo stellato. Dall’emisfero boreale a quello australe.
Identificabile tra le stelle che formano la cosiddetta Cintura di Orione, Orione si trova accanto al fiume Eridano, con i suoi due cani da caccia Cane Maggiore e Cane Minore, e combatte contro il Toro e con un’altra sua preda, la Lepre, molto vicina.
Nome che deriva, come sempre, dalla forma che assumono le stelle idealmente unite da linee, questa è una costellazione molto antica, riconosciuta già da molte civiltà del lontano passato, includendo la stella Betelgeuse, che, con Sirio e Procione, forma il famigerato asterismo del Triangolo d’Inverno.
Dove si trova
Come spiega Constellation Guide, Orione è la 26esima costellazione in termini di dimensioni, con un’area (apparente) di 594 gradi quadrati. Si trova nel primo quadrante dell’emisfero settentrionale (NQ1), quasi all’equatore celeste, e può essere vista a latitudini comprese tra + 85° e -75°, quindi praticamente da tutto il Pianeta.
É una delle costellazioni più luminose e conosciute del cielo notturno e le sue vicine sono Eridano, Gemelli, Lepre, Unicorno e Toro. Includendo Betelgeuse, è particolarmente riconoscibile d’inverno, quando questa luminosissima stella forma il famigerato Triangolo d’Inverno, dall’Italia visibile come un triangolo quasi perfettamente equilatero, con il vertice rivolto verso sud (Sirio) e contenente al suo interno la costellazione dell’Unicorno (notare che l’asterismo è visibile anche nell’emisfero australe, dove però, a stagioni invertite, è chiamato Triangolo d’Estate).
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Cosa include
Orione è veramente celeberrima per la sua storia, così antica proprio perché luminosissima e quindi visibile anche nel lontano passato in assenza di strumenti sofisticati. La sua stella più luminosa, Rigel, con una magnitudine apparente di 0,18 è la sesta stella più luminosa del cielo, mentre Betelgeuse, supergigante rossa distante centinaia di anni luce, con una magnitudine apparente di 0,43 è la sua seconda per luminosità ma anche l’ottava stella più luminosa del firmamento.
Questa meraviglia vanta anche tre oggetti di Messier, ovvero, come spiega l’Osservatorio Astronomico di Monteromano, oggetti celesti inclusi nel famoso catalogo pubblicato nel 1774 e scritto dall’astronomo francese che gli ha dato il nome, il primo ad aver scoperto, anche se inconsapevolmente, la nota Nebulosa del Granchio.
In Orione abbiamo in particolare Messier 42 (M42, NGC 1976, Nebulosa di Orione), Messier 43 (M43, NGC 1982, Nebulosa di De Mairan) e Messier 78 (M78, NGC 2068). E non solo: troviamo anche ben sette stelle con esopianeti conosciuti.
A questo proposito, tra le stelle della costellazione, si segnala Pi-3 Orionis, una nana bianca distante “solo” 26,32 anni luce dalla Terra, molto simile al Sole (1,2 masse solari, 1,3 volte il raggio solare e tre volte la luminosità del Sole). Per queste caratteristiche, si ritiene che la stella possa “ospitare” pianeti di dimensioni terrestri.
Da qui partono idealmente anche le stelle cadenti d’autunno, le Orionidi, che raggiungono il loro picco generalmente tra il 20 e il 23 ottobre di ogni anno. Solitamente è possibile ammirare il maggior numero di queste meteore poche ore prima dell’alba, di solito estremamente veloci, precipitando nell’atmosfera terrestre fino a circa 66 chilometri al secondo e a volte eccezionalmente luminose.
Storia, miti e curiosità
La storia di Orione si confonde con il mito. Parlavano di lui gli antichi greci: il cacciatore Orione era il più bello degli uomini, figlio del dio del mare Poseidone ed Eurale, la figlia del re Minosse di Creta e, incredibilmente alto e armato di una mazza di bronzo infrangibile, ne canta le gesti anche Omero nella sua Odissea.
Quest’uomo bellissimo si innamorò delle Pleiadi, le sette sorelle figlie di Atlante e Pleione. Stanco dei suoi continui inseguimenti, Zeus le prese però tutte e le mise in cielo, così anche oggi possiamo vederle brillare nella costellazione del Toro, così come Orione che continua a inseguirle nel firmamento.
In un altro mito, Orione si innamorò invece di Merope, la bellissima figlia del re Enopion, che però non lo ricambiava. In una notte di follia, ubriaco, il cacciatore cercò di possederle, e il re, infuriato, spense i suoi occhi e lo bandì dalla sua terra, l’isola di Chios.
Qui suscitò la compassione di Efesto, che gli offrì i suoi assistenti come guida: dopo molto peregrinare, Orione incontrò un oracolo che lo invitò a dirigersi est verso l’alba, dove in effetti riacquistò la vista.
Ma non solo greci. La costellazione di Orione parte da molto più lontano, nel mito sumero di Gilgamesh. Questa antica popolazione associava il cacciatore alla storia del loro eroe che combatteva il toro del cielo, rappresentato dall’omonima costellazione, e lo hanno chiamato URU AN-NA, che significa “la luce del cielo”, così come il Toro era GUD AN-NA, “il toro del cielo”.
I babilonesi conoscevano invece Orione come MUL.SIPA.ZI.AN.NA, “Il pastore celeste”, e associavano la costellazione ad Anu, il dio dei regni celesti, mentre gli egiziani lo associavano a Osiride, il dio della morte, dell’aldilà e della rinascita.
Orione era anche identificato con Unas, l’ultimo faraone della Quinta dinastia, che si diceva avesse mangiato la carne dei suoi nemici e divorato gli dei stessi per diventare grandi e portare l’eredità del suo potere. Secondo il mito, Unas viaggia nel cielo per diventare la stella Sabu, o, appunto, Orione.
Poiché si credeva che i faraoni si trasformassero in Osiride dopo la morte, alcune delle più grandi piramidi, quelle di Giza, furono costruite per rispecchiare il modello delle stelle nella costellazione. Per rendere più facile la trasformazione, il pozzo d’aria nella Camera del Re nella Grande Piramide è stato allineato con la stella Alnitak, la stella più orientale della Cintura di Orione.
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Dall’altra parte del globo, gli Aztechi chiamavano le stelle della Cintura e della spada di Orione il Trapano antincendio: il loro sorgere nel cielo segnò infatti l’inizio della cerimonia del Nuovo Fuoco, un rituale che gli Aztechi eseguirono per posticipare la fine del mondo.
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In effetti, comunque, nessun mito racconta di Orione come cacciatore di tori, ma, nel descrivere la costellazione, l’astronomo greco Tolomeo descrisse l’eroe con una mazza e una pelle di leone, entrambi di solito associati a Eracle, senza prove nei libri di mitologia di una loro relazione diretta.
Tuttavia, poiché Eracle, il più famoso degli eroi greci, è rappresentato dalla costellazione molto meno cospicua di Ercole, e poiché uno dei suoi compiti era quello di catturare il toro cretese, potrebbe effettivamente esserci una connessione tra i due.
La maggior parte dei miti sulla morte di Orione coinvolge invece uno scorpione, ma le storie differiscono da un mitografo all’altro. In un racconto, il cacciatore morì come molti uomini greci troppo vanesi: in questo caso la dea Artemide e sua madre Leto non sopportarono di sentirlo ripetere di poter uccidere qualsiasi bestia sulla terra e inviarono uno scorpione per ucciderlo. In un’altra storia, cercò di imporsi su Artemide e fu lei a inviare lo scorpione, mentre in un’altra ancora, Orione fu punto mentre cercava di salvare Leto dallo scorpione.
Tutti i miti della morte di Orione condividono però lo stesso risultato: Orione e lo Scorpione sono infatti stati collocati sui lati opposti del cielo, in modo che quando la costellazione dello Scorpione si alza nel cielo, Orione tramonta sotto l’orizzonte a ovest, fuggendo dall’animale che lo ha ucciso.
Esiste però anche un mito che non coinvolge uno scorpione: Artemide, la dea della caccia, si innamorò del cacciatore e, per impedirle di rinunciare ai voti di castità, suo fratello Apollo la sfidò a colpire un piccolo bersaglio in lontananza con il suo arco e la sua freccia. Non sapendo che il bersaglio era Orione che si stava godendo una nuotata, lo uccise al primo colpo. Devastata dalla sua morte, mise Orione tra le stelle.
Proprio per la sua onnipresente visibilità, Orione è una costellazione ben nota in molte altre culture anche moderne: in Australia, per esempio, le stelle che formano la cintura e la spada sono talvolta chiamate pentola o casseruola, mentre in Sud Africa le tre stelle della cintura sono conosciute come Drie Konings (i tre re) o Drie Susters (le tre sorelle), invece in Spagna e in America Latina, Las Tres Marías (Le Tre Marie).
Una curiosità: il mito di Orione si intreccia con quello della pianta di melograno. L’aitante cacciatore era infatti sposato con la vanitosa Side convinta di essere più bella di Era e per questo punita dal marito che la mandò nell’Ade dove si trasformò, appunto, in una pianta di melograno.
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Non resta che alzare gli occhi al cielo, a qualsiasi ora e ovunque ci troviamo.
Fonti di riferimento: Constellation Guide / Osservatorio Astronomico di Monteromano / MEDIAINAF TV/Youtube
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