Nei giorni scorsi è apparsa un’enorme regione di macchie solari sulla nostra stella composta da almeno sei diversi gruppi: l’”arcipelago” è molto attivo e sono in corso tempeste solari a un ritmo elevatissimo. Saremo presto “bombardati” di eruzioni solari, che possono portare splendide aurore boreali (e australi) ma anche qualche problema
Potrebbero arrivare presto incredibili aurore, forse anche a bassi latitudini come è già capitato recentemente: nei giorni scorsi gli scienziati hanno infatti scoperto un’enorme regione di macchie solari sulla nostra stella composta da almeno sei diversi gruppi: l’”arcipelago” è molto attivo e sono in corso tempeste solari a un ritmo elevatissimo.
La zona di macchie solari appena scoperta è tra le più grandi e densamente popolate viste in più di un decennio, scatenando una raffica di tempeste solari: il nostro pianeta si troverà nel mirino di questi “venti di fuoco”.
Come riferisce Spaceweather, il primo gruppo di macchie solari, denominato AR3490, ha ruotato sul lato vicino del Sole il 18 novembre, nella zona nord-orientale della stella, poi rapidamente seguita da un altro gruppo di macchie solari, AR3491.
Ma la situazione si sta evolvendo anche in questi giorni: infatti, secondo quanti riportato da EarthSky, questi gruppi di macchie solari si sono poi divisi, generando nuove zone scure, tra cui AR3492, AR3495, AR3496 e AR3497, che hanno di fatto creato un “arcipelago solare di macchie solari”.
Anche oggi stesso, i brillamenti di classe M sono aumentati rispetto a ieri con il numero delle macchie attualmente pari a 13, tre in più rispetto al totale di ieri. E anche la complessità della regione delle macchie solari sta aumentando: tre di queste hanno infatti una complessità delta, che indica una buona possibilità di produrre brillamenti intensi, anche di classe X.
Come spiega l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), i brillamenti solari vengono classificati in cinque classi di potenza designate da una lettera, in cui ogni classe è dieci volte più potente della precedente, in particolare A, B, C, M, X in ordine crescente di potenza.
All’interno di ogni classe, la potenza del brillamento, assegnata in base alla loro luminosità nei raggi X, viene ulteriormente classificata con un numero da 1 a 9, in modo che un brillamento C4 ha una potenza pari alla metà di quella di un brillamento C8. Quindi un brillamento M2 è 10 volte più potente di un C2 e 4 volte più potente di un C5.
Ultimamente l’attività del Sole è incrementata, e in queste condizioni aumenta di molto la probabilità che si possano ammirare splendide aurore boreali (e australi), che non a caso ultimamente si sono viste anche ad insolite latitudini.
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Tuttavia “non è tutto oro quello che luccica”: infatti un brillamento di classe M, in via generale di media entità, può provocare blackout radio sull’emisfero terrestre rivolto al Sole, mentre uno di classe X anche disturbi alle comunicazioni piuttosto intensi.
Il National Oceanic and Atmosferic Administration (NOAA) ritiene infatti probabili blackout radio R1-R2 (lievi-moderati), con una possibilità per un evento R3 (forte) nei prossimi giorni.
La situazione potrebbe comunque evolversi nelle prossime ore.
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Fonti: Spaceweather / EarthSky / NOAA / NASA SDO
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