Lutetia: l’asteroide “quasi pianeta” del sistema solare

La sonda Rosetta dell'Esa ha osservato da vicino uno dei dinosauri del nostro Sistema Solare, l'asteroide Lutetia

Gli addetti ai lavori lo hanno già definito il “dinosauro” del nostro Sistema Solare, visto che è uno dei suoi più antichi abitanti. È Lutetia, l’asteroide osservato da vicino dalla sonda Rosetta dell’Esa, che gli è passata a poco più di 3mila chilometri, nel suo viaggio verso la cometa Churyumov-Gerasimenko, che raggiungerà nel 2014. L’osservazione effettuata più di un anno fa, precisamente il 10 luglio 2010, ha consentito alla sonda, attraverso la camera Osiris, di avere un visione ravvicinata del corpo celeste.

E alla luce dei risultati ottenuti, gli esperti dell’Istituto nazionale di Astrofisica hanno affermato con certezza che alcune regioni della superficie dell’asteroide sono databili a circa 3,6 miliardi di anni. La sua età lo pone dunque tra i primi corpi che hanno popolato il nostro Sistema solare. Per altre zone invece si ricavano età di ‘solo’ 50-80 milioni di anni.

Non solo molto antico, ma anche molto denso. Un’altra caratteristica riscontrata in Lutetia è proprio la sua elevata densità, pari a 3,4 grammi per centimetro cubo. Il dato è stato ottenuto combinando le misure di massa ottenute dall’esperimento di Radio Scienza, e di volume, determinato grazie alle osservazioni della camera Osiris. Tale valore, piuttosto elevato per un simile corpo celeste, ha fatto subito ipotizzare che Lutetia durante la propria evoluzione abbia subito un processo di fusione interna, dovuta al riscaldamento generato dal decadimento di materiali radioattivi. Questo fenomeno avrebbe prodotto la separazione di un nucleo ferroso, un mantello ed una crosta formata da silicati leggeri.

Tuttavia, a contraddire quanto osservato da Osiris, ci ha pensato un altro strumento a bordo di Rosetta, lo spettrometro VIRTIS. A spiegarlo è uno dei ricercatori INAF Fabrizio Capaccioni: “I dati provenienti da VIRTIS dimostrano come la superficie di Lutetia sia estremamente uniforme dal punto di vista della sua composizione e abbia mantenuto le caratteristiche di una crosta primordiale, ovvero formata da materiali assimilabili a meteoriti primitive, come condriti carbonacee ed enstatitiche”.

Tale osservazione combinata con le informazioni sull’età permette di ipotizzare che Lutetia sia un planetesimo, ossia uno dei corpi che si formarono nel sistema solare primordiale e da cui i pianeti hanno avuto origine, una sorta di resto fossile del Sistema solare.

È molto strano che un corpo celeste delle dimensioni di Lutetia abbia una superficie così omogenea come quella mostrata dalle osservazioni di Rosetta” ha continuato Capaccioni. “Ciò, insieme con la sua elevata densità, fa supporre che se nel passato siano effettivamente avvenuti processi di stratificazione nella struttura dell’asteroide, essi hanno avuto luogo solo al suo interno, senza influenzare i materiali superficiali che hanno invece mantenuto proprietà tipiche di una crosta primordiale di tipo condritico”.

Francesca Mancuso

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