La Swift-Tuttle, la cometa che in futuro potrebbe annientare la Terra

Il pericolo di collisione di questa cometa non è una supposizione, ma l'evento si potrebbe verificare non prima di 100 anni. Gli scienziati seguono tuttavia con grande apprensione l'orbita descritta da questa cometa, il cui impatto potrebbe essere davvero impressionante.

Alzare gli occhi al cielo ed osservare lo sciame di meteore delle Perseidi che illumina le nostre notti durante tutto l’anno è uno spettacolo sempre affascinante, ma è così anche per il corpo celeste dal quale queste piogge meteoritiche hanno origine? Sembra proprio di no.

Tra le 3743 comete accertate dalla NASA nel sistema solare vi è infatti una cometa scoperta nel 1862 e nota come Swift-Tuttle o 109P/Swift-Tuttle che gli scienziati di tutto il mondo osservano con particolare attenzione perché vi sono elevate probabilità che entri in collisione con la Terra o con la Luna in futuro.

Questo corpo impiega 133 anni per orbitare intorno al Sole e si era trovata in perielio nel 1992, sarà quindi attesa nel prossimo 2125 quando passerà a 22,944,892 km dalla Terra per esattezza ad una velocità di 58.340 km al secondo.

Ciò che preoccupa maggiormente sono le dimensioni per nulla indifferenti di questa cometa, il cui nucleo è di 16 miglia ossia 26 km di diametro, più grande del 99% di tutti gli asteroidi. Se questo corpo celeste dovesse entrare in collisione con la Terra, le conseguenze sarebbero inimmaginabili visto che per la sua portata è superiore al meteorite che provocò l’estinzione dei dinosauri.

Sebbene vi sia solamente meno di 1 probabilità su un milione che la Swift-Tuttle colpisca il nostro Pianeta, gli esperti hanno definito questa cometa come

il più pericoloso oggetto conosciuto in tutta la storia dell’umanità”

Tsunami e terremoti sarebbero forse il “danno più leggero” se la cometa colpisse l’oceano, ma se invece dovesse piombare sulla terraferma allora l’impatto potrebbe provocare prima un raffreddamento generale del Pianeta e successivamente un surriscaldamento estremo.

Fonte: NASA/Spacereference

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