Un gruppo di ricerca dell’Università di Berkeley ha catturato delle spettacolari immagini di Giove, tra le più risolte mai ottenute dalla Terra
Mai visto così: un gruppo di ricerca dell’Università di Berkeley in California ha catturato delle spettacolari immagini di Giove, tra le più risolte mai ottenute dalla Terra. Il tutto grazie al Gemini North Telescope nella Hawaii che ha immortalato il gigante gassoso all’infrarosso. E un mistero sembra risolto.
I ricercatori hanno utilizzato una tecnica nota come ‘Lucky imaging‘ nell’ambito di un programma di osservazione pluriennale combinato con il lavoro del telescopio spaziale Hubble a supporto della missione Juno della NASA.
Le immagini del Gemini, combinate con quelle di Hubble, rivelano che i fulmini e alcune delle tempeste più potenti dove questi si formano sono in realtà generati all’interno e intorno a grandi “nuclei convettivi”, al di sopra di profonde nuvole di acqua ghiacciata e liquida, e confermano anche che le macchie scure nella famigerata Grande Macchia Rossa sono in realtà “buchi” nella copertura nuvolosa e non dovute a variazioni di colore delle nuvole stesse.
“I dati del Gemini si sono rivelati fondamentali perché ci hanno permesso di indagare a fondo le nuvole di Giove spiega Michael Wong, che ha guidato il gruppo di ricerca – Abbiamo usato una tecnica molto potente […] con la quale si ottiene un gran numero di immagini ad esposizione molto brevi di cui vengono utilizzate solo quelle più nitide, catturate quando l’atmosfera della Terra è più stabile”.
Nuova tecnica, grandi risultati, che potrebbero portare a capire le differenze rispetto a quello che accade qui sul nostro pianeta.
“Il risultato in questo caso sono alcune delle più nitide immagini a infrarossi di Giove mai ottenute da terra. Queste competono con la vista dallo spazio”.
Il sistema di cattura delle immagini del telescopio Gemini consente agli astronomi di scrutare in profondità le potenti tempeste di Giove, poiché la luce infrarossa può passare attraverso la sottile foschia ma è oscurata da nuvole più spesse alte nell’atmosfera del pianeta. Questo crea un effetto tale per cui gli strati caldi e profondi dell’atmosfera brillano attraverso le fessure della sua spessa copertura nuvolosa.
“Gli scienziati tengono traccia dei fulmini perché è un indicatore del turbolento processo che trasporta il calore interno di Giove fino alle cime delle nuvole visibili – continua Wong – […] Le immagini combinate di Gemini e Hubble mostrano i dettagli del ciclone, rivelando che si tratta di un insieme di alte nuvole convettive con buchi profondi che offrono scorci di nuvole d’acqua molto più in basso.
Non solo: un altro mistero sembra risolto. Durante la scansione del gigante gassoso alla ricerca di spazi vuoti nella copertura nuvolosa, Gemini ha notato infatti un bagliore indice della Grande Macchia Rossa, che ha permesso una visione chiara fino a strati atmosferici profondi e più caldi.
Sappiamo dunque ora che le macchie scure all’interno della famosa zona di Giove sono in realtà “buchi” nella copertura nuvolosa e non dovute a variazioni di colore delle nuvole stesse.
Il lavoro è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Supplement Series.
Fonti di riferimento: Università di Berkeley / Gemini North Telescope / The Astrophysical Journal Supplement Series