12 miliardi di anni fa c’era già un’enorme galassia di oltre 300 soli. Ma che poi, misteriosamente, scomparve. La scoperta dell'INAF
12 miliardi di anni fa c’era già un’enorme galassia: in un’epoca in cui l’Universo doveva essere poco più che neonato era attiva una massa di oltre 300 miliardi di soli. Ma che poi, misteriosamente, scomparve. L’eccezionale scoperta, opera di un team internazionale tra i quali 3 ricercatori del nostro INAF, potrebbe aprire le porte a nuove ipotesi sulla nascita e l’evoluzione del cosmo.
L’Universo, secondo gli astronomi, ha 13,8 miliardi di anni, quindi 12 miliardi di anni fa era praticamente “adolescente”. Eppure, già attivissimo, con una galassia enorme con massa pari a più di 300 miliardi di soli: la scoperta è avvenuta grazie alle numerose osservazioni effettuate con l’Osservatorio W. M. Keck.
Battezzata Xmm-2599, si ritiene che la galassia abbia prodotto stelle a una velocità elevatissima, per poi scomparire per cause ancora sconosciute. Ma per arrivare a queste conclusioni, il team ha utilizzato anche le osservazioni spettroscopiche del potente Mosfire (Multi-Object Spectrograph for Infrared Exploration), che ha permesso di compiere misure dettagliate della formazione (alcune anche di 9 ore) per poi quantificarne con precisione massa e distanza.
“L’Universo non aveva ancora due miliardi di anni, e già la massa di Xmm-2599 superava quella di 300 miliardi di soli – spiega Benjamin Forrest, primo autore dello studio – Con il nostro lavoro siamo riusciti a dimostrare che Xmm-2599 ha formato la maggior parte delle sue stelle molto velocemente, quando l’Universo aveva meno di un miliardo di anni, per poi diventare inattiva quando ne aveva solo 1.8”.
Tante ora le ipotesi sulla sua evoluzione (nell’immagine una possibile ricostruzione): secondo gli astronomi potrebbe essere stata in grado di attrarre le galassie vicine con la sua enorme forza gravitazionale formando una luminosa metropoli di galassie e, forse, durante i successivi 11.7 miliardi di anni di storia cosmica, Xmm-2599 potrebbe diventare la galassia “regina” di un enorme ammasso galattico. Ma anche esistere “da sola”, o chissà, una via di mezzo.
Un’occasione incredibile per tutta la comunità scientifica.
“La formazione ed evoluzione delle galassie è un argomento di studio fondamentale nell’astrofisica – spiegano infatti gli autori dell’INAF – […] La scoperta di Xmm-2599 rappresenta una sfida eccitante, date le straordinarie proprietà di questa galassia dedotte dalle osservazioni, quali la massa stellare […] la quasi totale assenza di formazione stellare e, soprattutto, la sua esistenza in un’epoca alla quale l’universo aveva solo una frazione dell’età attuale”.
La ricerca, ora, passa a cercare di capire i progenitori di galassie come questa, in uno studio a ritroso che mira, come sempre, a capire come è nato tutto l’immenso cosmo dove viviamo.
Il lavoro è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letters.
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Cover: ©Nrao/Aui/Nsf, B. Saxton
Fonti: INAF / The Astrophysical Journal Letters