Il Sole “cammina in cielo” (o meglio siamo noi che gli giriamo intorno) e si trova ogni giorno in un punto diverso. Un fotografo specializzato in foto astronomiche, César Cantú, lo ha immortalato ogni giorno alla stessa ora per un anno, dimostrando che il percorso apparente sembra un “8 allungato”, per i più romantici il simbolo dell’infinito
Il Sole “cammina in cielo” (o meglio siamo noi che gli giriamo intorno) e si trova ogni giorno in un punto diverso. Un fotografo specializzato in foto astronomiche, César Cantú, lo ha immortalato un giorno a settimana alla stessa ora per un anno, dimostrando che il percorso apparente sembra un “8 allungato”, per i più romantici il simbolo dell’infinito.
Stesso posto, stessa ora, alle 17 in punto. Cantù inizia il 21 dicembre 2017 una tradizione che lo ha portato a fotografare il Sole per un anno. E, combinando tutto, il risultato è fantastico: la nostra stella percorre apparentemente in cielo un percorso tutt’altro che causale. La figura geometrica risultante si chiama analemma, un “8” con un circolo più grande dell’altro.
E ci sono delle ragioni scientifiche. Come è noto, il nostro pianeta percorre un’orbita intorno al Sole e quindi, giorno per giorno (anzi minuto per minuto) la sua apparente posizione in cielo cambia. Ma la figura “risultante” è frutto di altri importanti fattori, l’orbita ellittica del moto della Terra intorno al Sole e l’inclinazione dell’asse terrestre.
Se prendiamo un punto qualsiasi dell’analemma, come se il cielo fosse un grafico, possiamo individuarlo da due coordinate: quella verticale corrisponde alla declinazione del Sole a quella data (ovvero la variazione quotidiana dell’altezza del Sole a partire dalla sua posizione nel giorno dell’equinozio), mentre quella orizzontale indica lo scostamento della posizione solare in anticipo o in ritardo rispetto al tempo medio (quello dagli orologi).
Se osservassimo il cielo per un anno noteremmo che il Sole compie archi sempre più alti sull’orizzonte avvicinandosi l’estate e sempre più bassi verso l’inverno. D’altronde le stagioni sono dovute proprio all’inclinazione dell’asse, a cui è dovuta la diversa inclinazione dei raggi sul pianeta (equatore a parte, dove la Terra non risente dell’inclinazione dell’asse e dove per questo le stagioni come le intendiamo noi, di fatto, non esistono).
In altre parole è come se l’analemma ci mostrasse le stagioni tutte insieme su un foglio di carta. Ma un altro fotografo in un’altra parte del mondo otterrebbe una figura con una diversa inclinazione, che dipende da quella dei raggi e quindi dalla latitudine.
La figura non rappresenta invece un 8 perfetto perché l’orbita della Terra intorno al Sole è ellittica e l’ellisse la “distorce”. Questa sarebbe perfetta solo con una altrettanto perfetta orbita circolare. Ecco perché gli analemmi su altri pianeti mostrano differenze tra i circoli dell’8 più o meno pronunciate sulla base dell’ellitticità della loro orbita.
Foto: Tauʻolunga/Wikimedia Commons
E se non avessimo un’asse inclinato ma un’orbita ellittica? Avremmo un segmento rettilineo in senso est-ovest, perché non cambierebbe l’inclinazione dei raggi solari, ma solo la nostra posizione, distorta da un cerchio tutt’altro che perfetto.
Nunca pensé decir en algún post que alguna de mis imágenes tardó 365 días para realizarla, hoy es el caso.
La imagen que les comparto la inicié el 21 de diciembre de 2017, tomando una imagen diaria de nuestra estrella el Sol, a las 17:00 (horario de invierno) durante todo el año. pic.twitter.com/jAS2u8H2E8— @Astrocolors (@CesarCantuQ) 22 dicembre 2018
La figura geometrica che percorre virtualmente il Sole in un anno nei nostri cieli era dunque cosa nota, e non era nemmeno la prima volta che un fotografo si cimentasse nell’esperimento. L’aveva fatto anche Jack Fishburn tra il 1998 e il 1999, ma Cantù l’ha fatto una volta a settimana per un anno, per un totale di 52 fotografie. E si sa che le figure sono sempre più belle quanti più “punti” vengono raccolti.
Una curiosità per i più romantici: si pensa proprio che il simbolo dell’infinito sia stato scelto dai matematici proprio in onore dell’analemma, che mostra a tutti la ciclicità infinita del tempo. Alla quale niente e nessuno si può sottrarre.
Roberta De Carolis
Cover: Cesar Cantù/Astrocolors