Perché, anche quest’anno, l’equinozio d’autunno non sarà il 21 settembre

L’estate sta finendo, tra pochi giorni arriva l’autunno. Ma l’equinozio, anche quest’anno, non sarà il tradizionale 21 settembre, ma diverse ore dopo, il 22 del mese alle 14:44 ora italiana. Questo, come sempre, per una serie di concause astronomiche, ma anche perchè l’anno solare non coincide esattamente con quello del calendario

Arrivederci estate: il 22 settembre alle 14:44 ora italiana avremo l’equinozio di autunno, che segna l’inizio della stagione di foglie gialle e piogge (che in realtà già sperimentiamo da qualche giorno). Il fatidico momento, anche quest’anno, non sarà il tradizionale 21 settembre, per una serie di concause astronomiche, ma anche perchè l’anno solare non coincide esattamente con quello del calendario.

L’equinozio di autunno e la latitudine

Innanzitutto, sfatiamo un mito: anche se il termine equinozio indicherebbe il momento esatto in cui il numero di ore di luce e quelle di buio sono identiche, il giorno in cui questo fenomeno si verifica non è quello in cui avviene l’equinozio, anche se molto vicino. Questo perché il momento esatto in cui il dì e la notte hanno la stessa durata dipende dalla latitudine cui ci troviamo.

In pratica, quindi, non per tutti gli abitanti del Pianeta l’equinozio, inteso come momento in cui giorno e notte hanno la stessa durata, avviene nello stesso momento. Fermo restando che, comunque, nell’emisfero australe non si registra l’equinozio di autunno, ma l’equinozio di primavera.

I moti della Terra e il calendario

Per motivi pratici l’anno è di 365 giorni, ma non è vero che la Terra impiega 365 giorni esatti a compiere un’orbita completa intorno al Sole. In realtà il nostro Pianeta ha bisogno, infatti, di 365,256 giorni (anno siderale), equivalente al “nostro” anno più 6 ore circa.

Tale ritardo viene poi compensato dall’anno bisestile, che cade ogni 4 anni e che, aggiungendo un giorno al calendario, fa recuperare quelle 24 ore perse in precedenza.

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Ma l’equinozio di autunno arriva tutti gli anni e su di lui (come sugli altri passaggi di stagione) questo ritardo “pesa”. E tra l’altro, come spiega l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’anno siderale non è nemmeno identico all’anno solare tropico, cioè quello che prendiamo come riferimento per i calcoli sugli anni bisestili: infatti il primo dura esattamente 365d 6h 9m 9s, mentre il secondo 365d 5h 48m 46s, ovvero circa 20 mini in meno.

La differenza è dovuta alla cosiddetta ‘Precessione degli equinozi’, il fenomeno per cui la Terra, che non è una sfera perfetta, risente dell’attrazione gravitazione di Sole e Luna, il quale, a sua volta, interferisce con il moto dell’asse terrestre, che, come sappiamo, è inclinato rispetto all’equatore.

Il risultato è uno spostamento di 50″.26 per anno, in senso orario, equivalentemente a 1° ogni 71.6 anni, che produce una rotazione annua di 50″.26 in senso orario della linea degli equinozi, con un conseguente anticipo di circa 20 minuti degli equinozi e dei solstizi all’anno.

L’equinozio di autunno, però, tende in generale a ritardare perché il nostro Pianeta, per la II legge di Keplero, (dal nome dello scienziato che per primo descrisse le orbite dei pianeti attorno al Sole con delle leggi matematiche ancora valide), il cammino della Terra rallenta quando è più lontana dalla stella (afelio) e questo capita nella nostra stagione estiva.

Già – sembra un paradosso – ma nella nostra estate la Terra è in realtà più lontana da Sole: le temperature sono più alte perchè i raggi della nostra stella sono meno inclinati e quindi arrivano più “diretti” a noi.

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Il 21 settembre, quindi, è davvero una tradizione, che non rispecchia più la realtà scientifica, ma che volentieri continuiamo a ricordare.

Buon autunno a tutti!

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