21 settembre: inizia l’autunno? In realtà quest’anno no, anzi, aspetteremo ancora un giorno prima di dire addio all'estate
21 settembre: inizia l’autunno? In realtà quest’anno no, anzi, aspetteremo ancora un giorno prima di salutare veramente l’estate. L’equinozio d’autunno è infatti atteso il 22 settembre alle 21.2o, ora italiana. Ma perché?
Da molto tempo ormai, la data tradizionale del 21 settembre indicata come saluto alla stagione più calda dell’anno è, appunto, solo una tradizione, che non ha riscontri nella realtà dei fatti. E tutto è dovuto ad una serie di ragioni astronomiche e al fatto che l’anno solare non coincide esattamente con quello del calendario.
Essa infatti non cade sempre lo stesso giorno, anzi. Se quest’anno sarà il 22 settembre, nel 2018 e nel 2019 era stata addirittura il 23. Ciò è dovuto al fatto che vi è discrepanza tra l’anno solare su cui si basa il calendario gregoriano (introdotto nel 1582) che usiamo (365 giorni), e l’anno siderale che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi. Questo scarto di 6 ore, 9 minuti e 10 secondi si recupera, ogni quattro anni, con l’aggiunta di un giorno a febbraio (anno bisestile).
Perché la data dell’equinozio varia in base all’anno
In altre parole, per motivi umani pratici l’anno è di 365 giorni, ma non è vero che la Terra impiega 365 giorni esatti a compiere un’orbita completa intorno al Sole. In realtà il nostro Pianeta ha bisogno di 365,256 giorni (anno siderale), equivalente al “nostro” anno più 6 ore circa.
Tale ritardo viene poi compensato dall’anno bisestile, che cade ogni 4 anni e che, aggiungendo un giorno al calendario, fa recuperare quelle 24 ore perse in precedenza. Ma l’equinozio di autunno arriva tutti gli anni e su di lui (come sugli altri passaggi di stagione) questo ritardo “pesa”.
Ma non solo.
“Se l’asse terrestre fosse perpendicolare al piano orbitale, noi avremmo per tutto l’anno il giorno uguale alla notte, e quindi non ci sarebbero le stagioni – spiegava Andrea Longobardo, astronomo dell’Inaf di Roma, nel 2018. – Poiché l’asse è inclinato sul piano orbitale, i raggi sono perpendicolari all’asse terrestre solo due volte l’anno, in due punti opposti dell’orbita. Uno è l’equinozio di primavera, l’altro è l’equinozio di autunno che dovrebbe avvenire esattamente sei mesi dopo. In realtà, poiché nei mesi estivi la Terra è più lenta nel suo moto di rivoluzione, l’equinozio d’autunno ritarda un po'”
e come accade quest’anno arriva il 22 settembre. In estate il nostro Pianeta si trova più lontano dal Sole (ma i raggi della nostra stella sono meno inclinati e quindi la temperatura è più alta), ovvero si trova vicino all’afelio. Per la seconda legge di Keplero, che per primo descrisse le orbite dei pianeti attorno al Sole con delle leggi matematiche ancora valide, il cammino della Terra rallenta proprio quando è più lontana dalla stella.
E c’è di più, perché, come spiega ancora l’Inaf, anche se il termine equinozio indicherebbe il momento esatto in cui il numero di ore di luce e quelle di buio sono identiche, il giorno in cui questo fenomeno si verifica non è quello in cui avviene l’equinozio, ma uno molto vicino. E questo perché il giorno esatto in cui il dì e la notte hanno la stessa durata dipende dalla latitudine cui ci troviamo.
Insomma molte tradizioni e credenze, ma che non sempre coincidono con la realtà dei fatti. Aspettiamo ancora un giorno quindi e godiamoci, se possibile, questo ultimo sprazzo d’estate.
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Fonte: INAF
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