Arriva l’equazione che “corregge” Einstein: un fisico dell’Università di Ginevra, Lucas Lombriser, potrebbe aver risolto uno dei più grandi misteri della cosmologia, dovuto, forse, ad un errore del grande scienziato tedesco. E la correzione propone di modificare il lavoro di un altro gigante, Newton, in particolare la sua costante gravitazionale
Arriva l’equazione che “corregge” Einstein: un fisico dell’Università di Ginevra, Lucas Lombriser, potrebbe aver risolto uno dei più grandi misteri della cosmologia, dovuto, forse, ad un errore del grande scienziato tedesco. E la correzione propone di modificare il lavoro di un altro gigante, Newton, in particolare la sua costante di gravitazione universale.
Einstein era convinto che il cosmo, pur “infinito”, fosse fermo, e per far conciliare la sua teoria con quella della relatività generale, introdusse un numero, chiamato costante cosmologica, che è considerata da oltre un secolo un enorme problema per gli scienziati.
La previsione di uno dei più grandi geni della storia, infatti, è risultata poi molto più piccola dalle misure sperimentali astronomiche, e la differenza è enorme: 10121, un numero che non si riesce quasi a scrivere, ovvero 1 seguito da 121 zeri. La stima è tuttora considerata la peggiore della fisica.
L’Universo, effettivamente, non è statico. Dopo la pubblicazione della teoria della relatività generale, nel 1929, un altro fisico, Edwin Hubble, scoprì che le galassie si stavano allontanando l’una dall’altra, segno che il cosmo, invece, si sta espandendo. Apprendendo questo, lo stesso Einstein “si pentì” di aver introdotto la costante cosmologica, diventata inutile ai suoi occhi, descrivendola addirittura come ‘il più grande errore della sua vita’.
E non finisce qui. Perché molto dopo, nel 1998, un’analisi precisa delle supernove (esplosioni stellari particolarmente energetiche) ha dimostrato che, non solo l’Universo è in espansione, ma anche che tale espansione accelera, come se una forza misteriosa stesse “gonfiando il cosmo sempre più rapidamente”.
In altre parole sembra esistere una forza attiva che spinge le galassie ad allontanarsi l’una dall’altra sempre più velocemente e che i fisici chiamano ‘energia oscura’, la cui natura è sconosciuta, responsabile dell’espansione accelerata dell’Universo.
Per spiegare tutto ciò, fu chiamata in causa ancora una volta la famigerata costante cosmologica, che appare spiegare tutto, ma con un valore che non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello ipotizzato da Einstein: 1.11 × 10-52 m-2, contro 3.83 × 10+69 m-2 teorici, più grande di almeno 10121 (1 seguito da 121 zeri).
Ma tutto questo si concilia (quasi) se accettiamo di correggere la costante di gravitazione universale di Newton, che compare nella sua famigerata legge di gravitazione universale, che a sua volta consente di calcolare la forza di attrazione che esiste tra tutti corpi, anche nello spazio, dove non c’è la forza di gravità.
La costante di Newton, infatti, è inclusa nella relatività generale di Einstein, ma se varia come proposto da Lombriser, potrebbe far tornare i conti e “salvare” la costante cosmologica, pur con un valore molto diverso da quello calcolato dal fisico tedesco.
“Il mio lavoro consiste in una nuova manipolazione matematica delle equazioni della relatività generale, che finalmente rende possibile armonizzare la teoria e l’osservazione sulla costante cosmologica” spiega il ricercatore.
Il nuovo parametro trovato da Lombriser, 70,4% , molto vicino a quello calcolato sperimentalmente, 68.5%, consentirebbe anche di calcolare l’attuale frazione di Universo costituita da energia oscura (il resto resterebbe materia).
Einstein salvo quindi (o quasi), e un passo in più verso la conoscenza dell’Universo.
Il lavoro è stato pubblicato su Physics Letters B.
Leggi anche:
- Albert Einstein: la storia e le frasi dell’uomo che rivoluzionò la fisica
- Equazione di Dirac: esiste davvero la formula dell’amore?
- Gli astronomi hanno trovato un enorme ammasso di galassie sconosciute che cambieranno la storia dell’Universo
Roberta De Carolis