L'Agenzia spaziale europea ha perso i contatti col satellite Envisat, da dieci anni impegnato a monitorare lo stato di salute del pianeta
Envisat, il satellite dell’Esa che spesso ci ha fornito informazione fondamentali sullo stato di salute del pianeta ha fatto perdere le sue tracce. L’Agenzia spaziale europea sta tentando disperatamente di ripristinare le comunicazioni e un contatto col dispositivo, ma al momento Envisat risulta letteralmente sparito.
I primi problemi si erano verificati la scorsa settimana, precisamente l’8 aprile, quando il contatto con il satellite si è inaspettatamente perso, impedendo la ricezione di tutti i dati dalla stazione di terra di Kiruna in Svezia.
Il team dell’Esa ha subito dichiarato lo stato di emergenza per i veicoli spaziali e ha richiesto il sostegno di ulteriori stazioni di tracciamento ESA in tutto il mondo. Un team di specialisti di operazioni e di dinamiche di volo è stato assemblato in fretta e ha passato i giorni scorsi (e sicuramente anche i prossimi) a cercare di ristabilire le comunicazioni con il satellite, che pur mantenendo la propria rotta risulta invisibile.
Tutti gli sforzi per riprendere i contatti con il satellite, finora, non hanno avuto successo. Lo ha confermato l’Esa in una nota. Si trattava del più complesso sistema di monitoraggio della Terra, con i suoi 10 strumenti, che in questi ultimi anni hanno fornito informazioni sulla nostra terra, sugli oceani, sul ghiaccio e sull’atmosfera. In combinazione con i dati delle missioni ERS a partire dal 1991, Envisat ha fornito misurazioni precise sui cambiamenti climatici negli ultimi 20 anni. Più di 4000 progetti in oltre 70 paesi sono stati supportati con i suoi dati.
Lo scorso marzo, il satellite aveva celebrato i suoi 10 anni di attività. Lanciato il 1° marzo 2002, Envisat ha superato di gran lunga la durata prevista per la sua missione, che doveva essere di cinque anni. A lui dobbiamo la recente scoperta della riduzione dei ghiacciai in Antartide, lo stato del buco dell’ozono, il monitoraggio della marea nera nel Golfo del Messico.
Volker Liebig, Direttore ESA dei Programmi di Osservazione della Terra, ha commentato: “L’interruzione del servizio Envisat mostra che il lancio dei satelliti Sentinel del GMES, che dovranno sostituirlo, diventa urgente“. “Il silenzio di Envisat provoca un altro nodo allo stomaco“, racconta a Nature Inez Fung, scienziato atmosferico presso la University of California, Berkeley.
La sua perdita rappresenterebbe una ulteriore battuta d’arresto per gli scienziati nello studio dei cambiamenti climatici. Ma non solo. Qualora non venisse localizzato, Envisat andrebbe ad arricchire la già grande famiglia dei detriti spaziali che invadono il nostro universo. Da tempo ormai la quantità di rifiuti che orbita attorno alla Terra ha assunto dimensioni preoccupanti. Alcuni di essi ogni tanto ritornano, com’è accaduto ai satelliti Rosat e Uars.
Urgono dunque nuove soluzioni per scongiurare nuovi possibili disastri, la cui colpa, non dimentichiamolo, ricade sempre su di noi.
Francesca Mancuso