La cometa Bernardinelli-Bernstein è davvero la più grande mai osservata

Cometa record: la Bernardinelli-Bernstein è la più grande mai osservata, con un diametro stimato di quasi 140 km. Il lavoro ha anche eseguito la misurazione di riflettività più distante dalla cometa mai eseguita

Ormai è dimostrato: la cometa 2014 UN271, detta Bernardinelli-Bernstein, è davvero la più grande mai osservata nella storia. Lo studio è stato condotto dall’Osservatorio di Parigi e dall’Instituto de Astrofísica de Andalucía – CSIC.

La sigla è 2014 UN271 perché avvistata la prima volta proprio nel 2014 (per l’esattezza il 20 ottobre), ma è nota come Bernardinelli-Bernstein dai nomi dei suoi primi osservatori Pedro Bernardinelli e Gary Bernstein.

I ricercatori avevano dimostrato all’epoca che la cometa proveniva dalla Nube di Oort. Allora, questa era ancora lontana quanto Nettuno e gli astronomi non avevano idea delle sue dimensioni. Sette anni dopo, mentre si avvicinava, divenne chiaro che era più grande della maggior parte delle comete e venne suggerito come fosse probabilmente larga da 100 a 370 chilometri.

Secondo gli stessi astronomi, inoltre, fra qualche anno farà il suo ingresso nel nostro Sistema Solare, ma non si avvicinerà né al nostro pianeta né tantomeno al Sole, attraversando la galassia ad una distanza dalla nostra stella pari a quella dell’orbita di Saturno.

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Ora, utilizzando i dati dell’Atacama Large Millimeter Array, il team ha studiato le lunghezze d’onda della luce riflesse dalla cometa per determinare le sue reali dimensioni, dimostrando perché la cometa riflettesse così tanta luce: l’oggetto celeste doveva avere un diametro di circa 137 chilometri, paragonabile (o quasi) a un pianeta minore. Per confronto, la ormai seconda cometa per dimensioni (Hale-Bopp) ha un diametro di circa 74 chilometri.

la cometa più grande mai scoperta

©arXiv

Ma c’è di più in fatto di record: questo lavoro, infatti, ha eseguito la misurazione di riflettività più distante dalla cometa mai eseguita. Questo permetterà agli scienziati di misurarne le dimensioni con più dettagli ancora poiché l’oggetto perderà ghiaccio durante l’avvicinamento al Sole. Si stima già che sarà già alla metà delle sue attuali dimensioni attuali una volta iniziato il viaggio di ritorno.

Il lavoro è disponibile su arXiv ed è stato accettato per la pubblicazione peer-reviewed su Astronomy and Astrophysics Letters.

Fonti: Phys.org / arXiv /   Astronomy and Astrophysics Letters

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