Questa cometa si sta avvicinando sempre di più al sole. A fine maggio raggiungerà il perielio e potrebbe essere facilmente visibile a occhio nudo
Il suo nome non è facile da ricordare: C/2019 Y4 ATLAS. Meglio nota come cometa Atlas, questo ammasso di ghiaccio e polvere si sta avvicinando velocemente al sole e di conseguenza anche alla Terra. Se le condizioni rimarranno così favorevoli, a fine maggio riusciremo a vederla anche a occhio nudo.
Il cielo di questo inizio di primavera continua a regalare uno spettacolo dopo l’altro. Questa volta però dovremo avere pazienza e aspettare un paio di mesi per ammirare la cometa. Scoperta dalla survey ATLAS (Asteroid Terrestrial-Impact Alert System) la sera del 28 dicembre 2019, essa sta percorrendo un cammino, un’orbita, che il 31 maggio la porterà nei pressi del Sole.
Quel giorno infatti raggiungerà la minima distanza dalla nostra stella (perielio) e proprio in quel momento e nei giorni immediatamente precedenti, potrebbe essere chiaramente visibile a occhio nudo.
Anche se al momento della sua scoperta la sua magnitudo era pari a +19,6, quando raggiungerà il perielio il 31 maggio si troverà a sole 0,262 UA (39,2 milioni di chilometri), addirittura interna all’orbita di Mercurio.
Essa non è ancora visibile a occhio nudo ma è possibile osservarla con un buon telescopio:
“Questa cometa ha anche attirato l’attenzione degli osservatori a gennaio 2020, quando è aumentata di 5 magnitudini arrivando a 12, un incremento di 100 volte di luminosità. La cometa è circumpolare e pertanto sarà visibile per tutta la notte e rimarrà per quasi tutto il mese nella costellazione dell’Orsa Maggiore per poi entrare a fine mese nella costellazione del Camelopardalis” spiega l’Uai.
Proprio quel giorno, è stata fotografata mentre sfrecciava tra le galassie M81 ed M82.
“Riscopriamo il Cielo di casa nostra”. Come ogni mese, segnaliamo le comete più interessanti osservabili in questo…
Posted by Unione Astrofili Italiani on Monday, March 16, 2020
Visto che si avvicinerà molto al sole, dovremo augurarci che il calore della nostra stella non la distruggerà ma la trasformerà in uno spettacolo per noi che la osserveremo dalla Terra.
Fonte di riferimento: Uai
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