Anche l'Italia a caccia di esopianeti, cioè quei pianeti che gravitano intorno ad altre stelle della nostra galassia, per svelarne i misteri. È questo l'ambizioso obiettivo della missione CHEOPS, un nuovo progetto dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), alla quale l'ASI e l'INAF daranno un contributo fondamentale, destinato allo studio dei pianeti extrasolari.
Anche l’Italia a caccia di esopianeti, cioè quei pianeti che gravitano intorno ad altre stelle della nostra galassia, per svelarne i misteri. È questo l’ambizioso obiettivo della missione CHEOPS, un nuovo progetto dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), alla quale l’ASI e l’INAF daranno un contributo fondamentale, destinato allo studio dei pianeti extrasolari.
Approvata ufficialmente per la fase di realizzazione lo scorso 19 ottobre, CHEOPS (CHaracterizing ExOPlanets Satellite) avrà il compito di fare osservazioni assai precise di stelle attorno alle quali è già nota la presenza di pianeti o di cui ci sono forti indizi. Proprio come sta facendo il satellite americano Kepler. L’obiettivo scientifico principale sarà quello di studiare la struttura di pianeti extrasolari con raggi che vanno tipicamente da 1 a 6 volte quelli della Terra e con masse fino a 20 volte superiori, in orbita attorno a stelle luminose, spiega l’Esa.
“CHEOPS sarà in grado di misurare, in quella frazione di sistemi extrasolari dove i pianeti transitano davanti alla loro stella madre, la loro dimensione con grande accuratezza“, spiega in una nota Isabella Pagano, dell’INAF-Osservatorio Astrofisico di Catania, una dei tre membri del team italiano proponente la missione. “Questo parametro –conclude l’esperta – è molto importante perché ci permetterà di risalire alla densità di quei pianeti e quindi alla loro struttura interna. Un’informazione decisiva per capire come i pianeti si siano formati e più in generale come siano fatti i sistemi planetari al di fuori del nostro“.
La missione è stata selezionata, tra le 26 proposte a ESA dalla comunità scientifica europea, per il suo interesse scientifico e per la sua fattibilità. “La partecipazione italiana a CHEOPS pone definitivamente la nostra comunità al massimo livello internazionale in un settore di ricerca giovane, ma di alto impatto scientifico e di grande interesse per il pubblico“, dice Giampaolo Piotto, dell’Università di Padova, membro del gruppo che ha proposto la missione all’ESA. C’è infatti un nutrito gruppo di ricercatori INAF e dell’Università di Padova che segue progetti di ricerca e caratterizzazione di pianeti extrasolari, forti anche della recente entrata in funzione dello spettrografo HARPS-N installato al Telescopio Nazionale Galileo sulle Isole Canarie.
Sotto l’aspetto tecnologico, l’INAF supporterà l’ASI nella realizzazione degli specchi principale e secondario del telescopio di bordo, dello schermo che protegge il satellite e la sua strumentazione dalla radiazione solare e alla calibrazione del sistema di puntamento. Nel progetto sono coinvolti per l’INAF gli Osservatori Astrofisici di Catania e Torino, gli Osservatori Astronomici di Padova e Palermo e la Fondazione Galileo Galilei. Anche l’Agenzia Spaziale Italiana fornirà un contributo determinante alla missione, affidando all’industria italiana la realizzazione degli specchi, dello schermo e di parte del sistema di puntamento e supportando gli scienziati per le attività di loro responsabilità. Cheops verrà lanciato nel 2017, tra soli 5 anni.
Roberta Ragni