L'incredibile scoperta, fatta grazie alle osservazioni del telescopio Hubble, potrebbe fornire nuovi elementi per la comprensione dell'origine delle galassie
L’universo non smette mai di stupire e rivelare sorprese e lati nascosti. Ciò anche grazie agli importanti passi in avanti compiuti nel campo delle osservazioni astronomiche e all’utilizzo di strumenti sempre più precisi e sofisticati.
Tra questi, impossibile non menzionare il telescopio spaziale Hubble, gestito dalla NASA, che in questi giorni ha mostrato un raro esemplare di buco nero in crescita dal suo stadio primordiale – forse l’anello mancante fra la formazione delle primissime galassie e la nascita dei buchi neri super-massicci che gli scienziati stavano cercando.
L’oggetto, denominato GNz7q, è molto antico: sarebbe stato generato “solo” 750 milioni di anni dopo il Big Bang – quando l’universo era ancora in una fase aurorale. Per ora noi lo vediamo ancora avvolto nella sua nube spaziale ma, prima o poi, il buco nero uscirà fuori dal suo bozzolo sotto forma di un intenso raggio di luce nel cuore di una galassia primordiale.
La nostra analisi suggerisce che GNz7q è il primo esempio di buco nero in rapida crescita nel nucleo polveroso di una galassia starburst in un’epoca vicina al primo buco nero super-massiccio conosciuto nell’universo – ha spiegato l’astronomo Seiji Fujimoto. – Le proprietà dell’oggetto attraverso lo spettro elettromagnetico sono in linea con le previsioni delle simulazioni teoriche.
©NASA
Fino ad ora, infatti, buchi neri in rapida espansione all’interno di galassie primordiali erano stato ipotizzati dagli scienziati e immaginati attraverso simulazioni al computer, ma mai osservati nella realtà. L’osservazione di GNz7q potrebbe contribuire a risolvere uno dei misteri più affascinanti dell’astronomia moderna, ovvero: come possono i buchi neri super-massicci, che hanno una massa miliardi di volte superiore a quella del Sole, ad espandersi in modo così veloce?
Stando alle attuali teorie, i buchi neri super-massicci iniziano il loro ciclo vitale all’interno di nubi di polvere di galassie starburst, dove il processo che porta alla formazione delle stelle è estremamente repentino e violento. Sebbene estremamente rari, sia queste polverose galassie stellari che i quasar luminosi sono stati rilevati nell’universo primordiale.
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Fonti: NASA / ESA Hubble
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