La NASA pubblica la prima animazione di un buco nero: vederlo all’opera è impressionante

La Nasa ha pubblicato la prima animazione di un buco nero basata sulla foto scattata il 10 aprile, che mostra come funziona davvero.

La straordinaria immagine del buco nero supermassiccio situato nella galassia Virgo A/Messier 87, con massa da 6,5 miliardi di soli, immortalato per la prima volta il 10 aprile da “Event Horizon Telescope” grazie all’impiego di 8 potenti radiotelescopi e oltre 200 scienziati, ora diventa una spettacolare animazione.

Merito della NASA che ha deciso di creare una gif per spiegarci in che modo funziona realmente.

Vedere questo buco nero all’opera fa davvero impressione, molto più che guardarlo in foto, anche perché l’immagine scattata il 10 aprile purtroppo risultava un po’ sfocata.

Buco nero

A dire il vero non è la prima animazione di un buco nero, ne venne realizzata una 40 anni fa dall’astrofisico Jean-Pierre Luminet tramite un computer IBM 7040.

Nell’animazione attuale pubblicata dalla NASA, al centro si vede la sfera nera, che è il buco, intorno l’anello fotonico e il disco di accrescimento di colore rosso brillante.

Quest’ultimo, che ha temperature molto elevate, è formato da materiale gassoso espulso a causa della rotazione delle galassie intorno al proprio centro. Tra queste aree si vede l’orizzonte degli eventi dove lo spazio-tempo viene piegato a causa dell’enorme attrazione gravitazionale.

Si può notare che i colori cambiano passando dal giallo all’arancio fino al rosso e questo è dovuto alle diverse velocità con cui orbita nel disco il materiale gassoso, velocità che è più elevata vicino al buco nero vero e proprio e che si abbassa man mano verso l’esterno.

Nell’animazione NASA si nota anche una componente luminosa che è il materiale divorato dal buco nero supermassiccio, che si accende a causa dell’attrito molto forte. La NASA spiega che il buco nero appare più luminoso dal lato in cui il gas si muove verso di noi, effetto dovuto alla relatività di Einstein.

L’autore dell’animazione, Jeremy Schnittman, ha spiegato che questo tipo di simulazioni ci aiutano a capire come la gravità deforma il tessuto dello spazio/tempo, secondo quanto sosteneva Einstein.

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Laura De Rosa

Photo Credit: Nasa

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