Il 9 settembre potrebbe farci visita un asteroide grande quanto un campo da calcio. Si chiama 2006 QV89 ed è stato inserito nella lista degli 870 oggetti la cui probabilità di colpire la Terra non è nulla. Piccola, ma non inesistente.
Il 9 settembre potrebbe farci visita un asteroide grande quanto un campo da calcio. Si chiama 2006 QV89 ed è stato inserito nella lista degli 870 oggetti la cui probabilità di colpire la Terra non è nulla. Piccola, ma non inesistente.
2006 QV86 è stato scoperto 29 agosto 2006 dal Catalina Sky Survey. Come spiega l’UAI, le caratteristiche orbitali di questo oggetto lo hanno fatto inserire nella categoria dei PHAs (asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra).
In questa lista sono elencati infatti tutti gli oggetti con minima distanza dalla Terra inferiore a 0.05 unità astronomiche – UA (1 UA corrisponde alla distanza Terra-Sole, ovvero circa 150 milioni di km) e quella di 2006 QV89 è di soli 0.00001 UA.
Niente panico comunque, la probabilità resta comunque molto bassa, dello 0,014%, ovvero una possibilità su 7000 circa. La misura del rischio usata dall’Esa, in particolare, è in scala di Palermo, che misura i potenziali rischi di impatto, ed è un valore che combina sia la probabilità di scontro sia l’energia che verrebbe liberata nell’impatto stesso, quindi il danno causato. Il valore di 2006 QV89 è -3,63, quindi con pericolo reale molto basso (al di sotto di -2, secondo gli studiosi, le conseguenze sono veramente improbabili).
Foto: ESA
L’oggetto resta comunque oggetto di osservazioni, in quanto largo quasi come un campo da calcio e al quarto posto per potenziale rischio di impatto, e fa temere quanto accaduto in Russia il 21 giugno dell’anno scorso, quando un corpo celeste è esploso in cielo e in modo del tutto inaspettato in quanto, a causa delle sue dimensioni ridotte, non era stato neppure intercettato.
In quel caso si verificò un’esplosione dovuta all’attrito tra il bolide e l’atmosfera terrestre, che l’ha disintegrato. Nessun ferito e nessun danno, solo tanta paura, che comunque ci auguriamo di non dover riprovare.
Gli astronomi stanno monitorando tutto, e continuano a rassicurarci.
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Roberta De Carolis
Cover: Mashable India