Svelato il mistero di Juanita, la giovane Inca sacrificata secoli fa: un team di archeologi internazionali ha riportato alla luce il suo volto grazie a tecniche forensi all'avanguardia
Una squadra internazionale composta da archeologi provenienti da Svezia, Polonia e Perù ha portato alla luce i tratti somatici di una mummia adolescente Inca, nota come Juanita o “la Fanciulla del ghiaccio”. Questa scoperta rivoluzionaria è stata resa possibile grazie a studi avanzati iniziati nel 2018, che hanno utilizzato tecnologie all’avanguardia per analizzare i resti trovati 28 anni fa ad una quota di 6.318 metri sulle pendici del vulcano Ampato in Perù.
Gli esami effettuati sulla mummia hanno inizialmente rivelato che Juanita era una ragazza tra i 13 e i 15 anni, in buona salute al momento del suo sacrificio, avvenuto con un colpo fatale alla testa durante una cerimonia di Capacocha, un rituale di ringraziamento tipico della cultura Inca. Questo lavoro di analisi e ricostruzione ha visto la collaborazione di specialisti del Centro di studi andini dell’Università di Varsavia, Polonia, e dell’Università cattolica di Santa María (Ucsm) di Arequipa, Perù.
Il frutto del loro lavoro è ora esposto al Museo dei santuari andini della Ucsm ad Arequipa, dove è possibile ammirare il volto ricostruito di Juanita. Al museo, i visitatori hanno anche l’opportunità di esplorare la storia e il contesto culturale del sacrificio di Capacocha attraverso gigantografie dettagliate e ologrammi di realtà virtuale che ripercorrono il tragitto da Cusco all’Ampato innevato, luogo del sacrificio umano.
Tecnologie avanzate e collaborazioni internazionali
Il dottor Gonzalo Dávila del Carpio, direttore della ricerca per la Ucsm, ha delineato l’uso di tecniche forensi avanzate, tra cui scansione laser, tomografia computerizzata, risonanza magnetica e analisi del DNA, le quali hanno permesso di ricostruire tridimensionalmente non solo il corpo ma anche il volto di Juanita.
Dominica Sieczkowsra, coordinatrice e principale ricercatrice del progetto, ha illustrato la metodologia utilizzata per questa minuziosa ricostruzione:
Abbiamo iniziato creando una base utilizzando un cranio in silicone su cui successivamente sono stati modellati i tessuti molli e i muscoli, ricostruendo passo dopo passo l’aspetto originale di Juanita.
Per rendere la ricostruzione il più accurata possibile, è stata condotta un’analisi antropologica approfondita delle popolazioni locali, focalizzandosi sulle proporzioni facciali femminili caratteristiche. Queste informazioni, assieme ad altri dati scientifici, sono stati forniti all’archeologo e artista plastico svedese Oscar Nilson, responsabile della ricostruzione finale del volto della giovane Inca.
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Fonte: UCSM
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