Villa Adriana non smette di stupire! Scoperta una sala da banchetto circondata dall’acqua nel Palazzo dell’Imperatore romano

Durante l’ultima campagna di scavi, l’Università Pablo de Olavide ha scoperto a Villa Adriana un triclinio acquatico, confermando l’uso innovativo dell’acqua nei banchetti imperiali romani e il simbolismo architettonico di Adriano

Siamo a Tivoli, a 28 chilometri da Roma, nella maestosa Villa Adriana, dove una squadra di archeologi della Universidad Pablo de Olavide ha portato alla luce qualcosa di veramente unico. Stiamo parlando di un triclinio acquatico, una sala da banchetto circondata da acqua, concepita proprio per impressionare gli ospiti dell’imperatore Adriano. Già, perché Villa Adriana non è solo una villa: è una specie di regno tutto suo, dove Adriano ha sperimentato con l’architettura, mescolando lusso e natura come un moderno interior designer con manie di grandezza.

Durante la recente campagna di scavi, che si è conclusa a settembre, gli archeologi si sono concentrati sul portico centrale del Palazzo, un’area che anticamente ospitava la prima residenza dell’imperatore. E qui è saltato fuori questo triclinio spettacolare: una piattaforma centrale su tre lati, circondata da un bacino d’acqua, che all’epoca doveva sembrare proprio come qualcosa uscito da un sogno. Immaginate: si banchettava su una piattaforma, con i piedi quasi a mollo, circondati dal riflesso del marmo di Carrara e altri pregiati marmi imperiali. Un tocco di classe che ancora oggi ci lascia a bocca aperta.

Scavi Villa Adriana

©Universidad Pablo de Olavide

Un triclinio che non ti aspetti

Non è solo l’acqua a fare la differenza. Si tratta anche delle dimensioni: rispetto ai normali triclini dell’epoca, questo si presenta intimo e raccolto, pensato forse solo per Adriano e due ospiti. Roba da VIP ante litteram, insomma. E non è tutto: qui all’acqua era affidato un compito quasi simbolico. Un po’ come dire “qui il tempo si ferma, e i tuoi pensieri scivolano via leggeri come l’acqua”. Quasi una spa privata, ma per le anime.

Il professor Rafael Hidalgo, che guida il progetto, ha affermato che ritrovare due triclini acquatici nello stesso sito è una scoperta rara, che aggiunge un pezzo importante al puzzle dell’architettura adrianea. Perché sì, Villa Adriana non è una villa come le altre. È una specie di esperimento continuo, un laboratorio architettonico dove il simbolismo dell’acqua ha un ruolo da protagonista.

Scavi Villa Adriana

©Universidad Pablo de Olavide

È il 2003 quando la UPO mette piede a Villa Adriana. E oggi, insieme ai team di Oxford e Columbia, è uno dei pochissimi gruppi autorizzati a scavare in questo sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’ultima campagna di scavi è stata possibile grazie al sostegno del CSIC e alla collaborazione con l’Istituto Autonomo di Villa Adriana e Villa d’Este. Il team è composto non solo da professori e studenti spagnoli, ma anche da giovani archeologi della Roma Tre: uno scambio di cultura e sapere che dimostra quanto l’amore per l’arte e la storia unisca, superando confini e lingue.

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Fonte: Universidad Pablo de Olavide

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