Lo Stonehenge non era un calendario astronomico: lo studio (italiano) che sfata il mito

Un nuovo studio spiega perché il monumento di Stonehenge non può essere considerato un calendario astronomico dell'antichità

Tutti conosciamo il megalitico monumento dello Stonehenge, ma cosa ha rappresentato davvero per la comunità che lo costruì quasi cinquemila anni fa? Nel corso dei secoli sono state formulate le ipotesi più diverse sullo scopo di questo complesso di monoliti.

Un nuovo studio, realizzato dai ricercatori del Politecnico di Milano, sembra aver trovato finalmente una certezza, sfatando il mito secondo cui Stonehenge sia stato un calendario solare.

La sua conformazione della struttura e la disposizione degli enormi massi mostrerebbe invece un interesse simbolico dei costruttori per il ciclo solare e sarebbe legata alla connessione tra vita ultraterrena e solstizio d’inverno, presente nelle società neolitiche.

Finora la teoria secondo cui Stonehenge sarebbe stato un calendario era supportata dall’archeoastronomia, una disciplina che utilizza le immagini satellitari per studiare l’orientamento di siti archeologici.

Gli autori del nuovo studio confutano la teoria secondo cui il monumento sarebbe stato utilizzato come un gigantesco calendario: il calendario che conosciamo è utilizziamo (basato su 365 giorni all’anno, suddivisi in 12 mesi, con l’inserimento di un anno bisestile ogni quattro) sarebbe nato in epoca alessandrina, più di due millenni dopo la nascita di Stonehenge, come combinazione dei calendari Giuliano ed Egizio.

Gli autori evidenziano come questa teoria si basi su una serie di interpretazioni forzate delle connessioni astronomiche del monumento, oltre che su discutibili numerologie e analogie non supportate.

Oltre all’incongruenza storica secondo la quale il calendario come lo conosciamo noi oggi ancora non era stato immaginato ai tempi della costruzione del sito, gli autori dello studio citano altri due elementi che scardinano tale teoria.

Da una parte, il lento movimento del sole all’orizzonte nei giorni prossimi ai solstizi rende impossibile controllare il corretto funzionamento del presunto calendario, poiché il dispositivo, composto da enormi pietre, dovrebbe essere in grado di distinguere posizioni molto precise, meno di 1/10 di grado.

Dalle immagini satellitari, infatti, si è osservato come i monoliti che costituiscono Stonehenge hanno un allineamento astronomico al Sole che, a causa della piattezza dell’orizzonte, si riferisce sia all’alba del solstizio d’estate che al tramonto del solstizio d’inverno.

Dall’altra, attribuire significati ai “numeri” in un monumento la cui origine non è chiara è una procedura sempre rischiosa: per esempio, in questo caso, un “numero chiave” del presunto calendario, 12, non è riconoscibile in nessun elemento di Stonehenge.

Il mistero resta dunque aperto: se non è un calendario astronomico, cosa può rappresentare il monumento di Stonehenge? I ricercatori ipotizzano che i monoliti avessero un significato nella comunicazione con l’aldilà e nella spiritualità del popolo che li disposero in questo modo, ma non vi sono conferme di questo.

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Fonti: Cambridge Core / Politecnico di Milano

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