Il nostro corredo genetico può dirci molto sulle nostre origini, ma anche sulle nostre predisposizioni comportamentali - come hanno dimostrato i ricercatori americani
Non tutti siamo operativi e attivi sin dalle prime luci dell’alba: ci sono persone che riescono a svegliarsi presto e sono sin da subito pieni di energia, mentre altre non sono in grado di “connettere” se non dopo alcune ore (e molti caffè).
Ma da cosa dipende questa predisposizione a essere mattinieri o nottambuli? La risposta potrebbe essere nascosta nel nostro corredo genetico ancestrale, secondo un nuovo studio.
Un team di ricercatori dell’università di San Francisco, in California, ha dimostrato come la presenza di alcuni geni trasmessi dai Neanderthal e Denisova, due antichi “cugini” degli esseri umani moderni, potrebbe contribuire a rendere alcuni di noi persone mattiniere.
Lo studio
Ciascuno di noi dispone di un corredo genetico che affonda le sue radici nella preistoria e che presenta ancora tracce delle stirpi di ominidi che ci hanno preceduto.
Buona parte del nostro DNA risale all’Homo Sapiens, ultima forma di ominide prima dell’Homo Sapiens Sapiens, che ha vissuto in Africa fino a tempi relativamente recenti.
Tuttavia, e questo studio lo ha dimostrato, alcuni di noi potrebbero aver raccolto materiale genetico proveniente anche da rami di ominidi ormai estinti che non rappresentano i nostri diretti antenati, come Neanderthal e Denisova.
La presenza di corredo genetico appartenente a ominidi estinti si è affievolita con il passare delle generazioni fino a sparire quasi del tutto: oggi solo il 2% circa del genoma è ancora retaggio dell’Homo di Neanderthal, mentre un ulteriore il 5% deriva dall’Homo di Denisova.
Originari del continente africano, Neanderthal e Denisova migrarono fuori dall’Africa centinaia di migliaia di anni fa per spostarsi verso l’Eurasia – ben prima dell’arrivo dell’Homo Sapiens.
Qui hanno avuto la possibilità di adattarsi, dal punto di vista genetico, agli ambienti più freddi e bui dell’Eurasia occidentale e settentrionale, modificando anche le loro abitudini comportamentali.
Per scoprire quanto l’eredità genetica dei primi ominidi sia presente nei DNA odierni, i ricercatori americani hanno confrontato il genoma di tre Neanderthal e di un Denisova con quello di centinaia di migliaia di uomini moderni umani giornalieri da un archivio chiamato UK Biobank.
Sono emerse più di mille mutazioni condivise tra gli esseri umani moderni e gli ominidi Neanderthal e Denisova, e si è visto che coloro che nel genoma presentavano tali mutazioni avevano maggiori probabilità di descriversi come mattinieri.
Benché sia ancora nelle sue prime fasi, lo studio rappresenta un passo avanti importante non solo per far luce sul nostro corredo genetico, ma anche per comprendere meglio la biologia degli antichi ominidi.
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Fonte: Genome Biology and Evolution
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