Archeologi svedesi scoprono un vasto cimitero vichingo risalente a 1.200 anni fa a Tvååker, con tombe e reperti unici: solo il 6% del sito è stato esplorato
I ricercatori erano alla ricerca di un antico insediamento risalente all’Età della Pietra. Invece, gli archeologi del Museo Storico Nazionale di Svezia si sono imbattuti in un’immensa necropoli vichinga con 139 tombe, risalente a circa 1.200 anni fa. Sorprendentemente, è stato esaminato solo il sei percento dell’intero sito.
Le operazioni di scavo sono iniziate nel maggio del 2017, partendo come un semplice lavoro preliminare in una zona di insediamento preistorico. Il comune di Tvååker, situato nella provincia svedese di Halland, stava programmando la costruzione di una rotatoria e il rinnovamento delle tubature dell’acqua, interventi pianificati in più fasi.
Man mano che si procede con gli scavi, è diventato evidente che il sito nascondeva qualcosa di speciale. Inizialmente sono emersi un antico forno e vari strumenti in selce, ma ben presto è apparso chiaro che c’era molto di più. Petra Nordin, archeologa e direttrice del progetto, è stata tra le prime a intuire la vastità del sito archeologico. Gli archeologi hanno iniziato a scoprire sepolture di epoca vichinga:
Abbiamo trovato cinque tombe sopra uno strato di resti di combustione, con frammenti di ossa umane e di cane. È allora che abbiamo compreso la presenza di un ampio cimitero vichingo.
Una necropoli strategicamente posizionata
La necropoli si estende su una cresta pianeggiante, ideale dal punto di vista strategico, posta lungo due principali rotte commerciali dell’epoca. A est, il fiume Tvååker (un tempo chiamato Uttran) sfocia nel mare presso Galtabäck. Anche l’antica strada principale da Spannarp a Gamla Köpstad, utilizzata per il trasporto del ferro, attraversa il cimitero, come spiegato da Nordin, sottolineando come l’interpretazione degli elementi rimasti si basi su resti spesso frammentari:
Il terreno è stato arato e livellato per creare pascoli, distruggendo gli antichi strati abitativi e le tombe, che ora si trovano molto danneggiate. Nonostante le difficoltà, il sito ha continuato a riservare scoperte significative. Durante le indagini, abbiamo individuato i resti di pire funerarie.
Tra le scoperte più rilevanti spicca una struttura in pietra di forma navale lunga 50 metri sulla cresta, affiancata da altri tre grandi sepolcri a forma di imbarcazione e un tumulo a forma di nave. In una delle tombe erano presenti 17 recipienti di ceramica, ossa umane e animali, pesi da tessitura e punte di freccia in ferro. Nordin ha spiegato:
Solitamente troviamo resti di cani nelle pire rotonde e piccole, mentre i resti umani sono collocati in pire allungate. Il cane era visto come compagno fedele, in vita come in morte.
Oggetti preziosi e resti intatti
Tra i reperti, molto danneggiati dal fuoco, spiccano fibbie, frammenti di ceramica e una rara moneta araba d’argento risalente tra il 795 e l’806 d.C., datazione che coincide con quella delle tombe più antiche del sito.
Sono stati rinvenuti anche ossa di uccelli, cani, mucche e maiali, insieme a resti umani. Durante le sepolture, i defunti venivano spesso cremati e i resti di animali non bruciati venivano posti sopra prima di chiudere definitivamente la tomba. I ricercatori ipotizzano che si trattasse di offerte di cibo.
Gli studiosi ritengono che le persone sepolte qui abitassero in un vicino villaggio di epoca vichinga. La posizione esatta di tale insediamento è ancora un mistero, ma si ipotizza che potesse trovarsi presso Gamla Köpstad o nel porto di Galtabäck, alla foce del fiume Tvååker.
Nordin ha concluso esprimendo entusiasmo per i futuri sviluppi:
Non sappiamo con certezza dove si trovi l’antico villaggio, ma siamo ansiosi di scoprire cosa emergerà.
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Fonte: National Historical Museums
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