Scoperti in una grotta di Neanderthal resti di un bambino di 45.000 anni fa: potrebbe appartenere a un lignaggio sconosciuto

In un importantissimo sito archeologico è stato ritrovato un fossile di un neonato preistorico appartenente a un lignaggio sconosciuto. La scoperta pone nuovi interrogativi sull'origine della cultura del Paleolitico superiore iniziale Châtelperronian

Un primissimo lignaggio di Homo Sapiens potrebbe essere stato appena scoperto grazie al ritrovamento di resti fossili di un infante in un sito paleolitico dalla straordinaria importanza e ricchezza in Francia. A rivelarlo un nuovo studio apparso recentemente sulla rivista Scientific Reports.

La Grotte du Renne, nel Comune francese di Arcy-sur-Cure, è una delle grotte in cui gli archeologi hanno documentato complessi tecno-culturali come la cultura preistorica Châtelperronian. Questa si inserisce tra la fine del Paleolitico medio e l’inizio del Paleolitico superiore, periodo che coincide con il declino dell’Uomo di Neanderthal.

Proprio all’interno di questa grotta sono stati portati alla luce reperti di Uomo di Neanderthal. La Grotte du Renne era infatti l’unico sito in cui nei diversi strati Châtelperronian i resti umani scoperti erano stati assegnati a Neanderthal. Questo fino ad ora.

Nel livello Xb2 assieme a 11 resti umani di Neanderhal gli archeologi hanno identificato un ileo appartenente ad un neonato vissuto circa 45.000 anni fa. L’osso, AR-63, è stato confrontato con 2 fossili umani di Uomo di Neanderthal e con 32 di bambini deceduti in tempi moderni.

Le analisi hanno mostrato che l’ileo appena scoperto differiva nettamente dai resti di Neanderthal.

osso grotta

@Scientific Reports

Proponiamo che ciò sia dovuto alla sua appartenenza a un lignaggio umano della prima età moderna la cui morfologia differisce leggermente dagli esseri umani di oggi. Chiaramente diverso dalla morfologia di Neanderthal, AR-63 mostra anche peculiarità morfologiche, come la sua spina iliaca posteriore-superiore molto “lateralmente sfalsata”, che lo escludono dalla variabilità RH. Ciò riflette, a nostro avviso, un’antica espressione fenotipica biologicamente moderna non precedentemente documentata all’interno della variabilità RH” scrivono gli autori nello studio.

I ricercatori hanno avanzato varie ipotesi sul resto AR-63. Siccome questo attesterebbe la presenza di primi gruppi umani anatomicamente moderni nell’Europa occidentale durante il periodo Châtelperronian, è possibile che sia i Neanderthal che questo lignaggio finora sconosciuto coesistessero nell’area della Grotte du Renne. I due gruppi potrebbero aver occupato la grotta ed essere gli artefici della cultura Châtelperronian. 

Se convalidata, (quest’ultima ipotesi) porterebbe un forte sostegno all’idea che lo sviluppo di un assemblaggio simile al Paleolitico superiore iniziale come il Châtelperronian associato ai produttori di Neanderthal al momento della transizione sia il risultato di processi di diffusione culturale o acculturazione con possibile mescolanza di popolazione tra i due gruppi” concludono i ricercatori.

La cultura Châtelperronian potrebbe essere dunque un ibrido, una pluralità di tecniche apprese grazie all’evoluzione umana.

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Fonte: Scientific Reports

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