Anche nel 2022, gli studiosi hanno riportato alla luce tesori incredibili che hanno fornito molte informazioni sulla vita nel passato: ecco le cinque scoperte che secondo noi sono state più significative
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Come ogni anno, il mondo dell’archeologia non si è fermato e ha continuato a scavare e investigare, per riportare alla luce tesori dimenticati e fare luce sul passato dell’umanità>. Talvolta si è trattato di scoperte avvenute per caso, che hanno sorpreso la comunità scientifica, altre volte invece sono tornati alla luce reperti a lungo cercati.
Noi di greenMe abbiamo cercato di raccontarvi le più belle scoperte archeologiche avvenute nei dodici mesi appena trascorse, e in questo articolo abbiamo scelto le 5 scoperte secondo noi maggiormente significative. Eccole:
La mano di Irulegi
Questo amuleto noto come la “mano di Irulegi“, risalente a oltre 2.000 anni fa e riportato alla luce in Spagna, rappresenterebbe la più antica testimonianza della lingua basca. Si tratta di una lastra di bronzo raffigurante il palmo di una mano. Sulla lastra è presente un’incisione che ha subito stuzzicato la curiosità della comunità scientifica.
Cinque parole e un totale di 40 segni, distribuiti su quattro righe su cui sono focalizzati archeologi, geologi, epigrafisti e linguisti della Aranzadi Science Society. Gli esperti concordano che il sistema grafico utilizzato appartenga ai territori baschi. Si tratterebbe di un esempio scritto di proto-basco delle lingue vasconiche.
I Bronzi di San Casciano dei Bagni
Una delle scoperte più incredibili del 2022 è stata sicuramente quella delle 24 statue bronzee di pregiata fattura emerse dalle acque termali di San Casciano ai Bagni, in provincia di Siena: secondo gli archeologi, si tratterebbe di un deposito votivo risalente a oltre 2.300 anni fa, che acqua bollente e fango hanno conservato più o meno intatto fino ai nostri giorni.
Un tesoro “assolutamente unico“ che si accompagna ad una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino e al quale si aggiungono migliaia di monete oltre ad una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali.
L’agorà di Selinunte
Porta anche la firma di studiosi italiani la scoperta, a Selinunte, dell’immensa agorà di quasi 33.000 metri quadrati (che la rende la più grande del mondo antico scoperta fino ad oggi) e dei resti di un luogo evidentemente sacro ai primi coloni greci giunti in Sicilia.
L’opera di scavo, infatti, è frutto di una collaborazione internazionale fra l’Institute of Fine Arts di New York e l’Università degli Studi di Milano. Nell’area archeologica, sorprendentemente, sono stati ritrovati anche amuleti e oggetti di grande raffinatezza e pregio artistici – come un amuleto a forma di falco e una statuina in avorio a forma di sirena.
La vita quotidiana a Pompei
Il sito archeologico di Pompei non smette mai di stupire e di restituire tesori – e anche quest’anno, gli archeologi hanno riportato alla luce un’abitazione con armadi e bauli contenenti stoviglie originali appartenuti a una delle tante famiglie colpite dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Si tratta di oggetti di vita quotidiana rimasti chiusi per 2000 anni, abbandonati di corsa nel disperato tentativo di salvarsi: piatti, vasi, anfore, oggetti in vetro e terracotta, ma anche un un prezioso bruciaprofumi decorato e il gruppo unico di sette tavolette cerate raccolte da un cordino, di cui è stato possibile realizzare un calco.
La statua di Ercole
Continuano le scoperte archeologiche anche in Grecia dove, durante una campagna di scavo condotta nell’area orientale dell’antica città di Filippi, è stata riportata alla luce una straordinaria statua raffigurante un giovane Ercole, Eracle per i greci.
Ercole, figlio di Zeus e Alcmena, è stato scolpito il più delle volte in età adulta, rimarcando la sua forza sovrumana, ma la statua scoperta in Grecia ritrae invece l’eroe da ragazzo. Secondo gli archeologi, la scultura sarebbe databile intorno tra VIII o IX secolo d.C: probabilmente faceva parte dei decori di un edificio pubblico.
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