Risolto il mistero della Mano di Irulegi: il manufatto di 2100 anni fa che ha riscritto la storia dei Pirenei

Una scoperta archeologica a Irulegi, Navarra, illumina il legame tra un antico manufatto di bronzo e la lingua basca: le ultime analisi rivelano incisioni apotropaiche, offrendo nuove prospettive sulla cultura vasconica e la sua persistenza attraverso i secoli

Nel cuore della Navarra, a soli 8 chilometri da Pamplona, il sito archeologico di Irulegi nasconde tesori del passato. Recentemente, uno studio pubblicato sulla rivista Antiquity ha gettato luce su un enigma: una mano di bronzo risalente al I secolo a.C., scoperta nel 2021. Questo reperto, trovato presso le rovine di un’abitazione vicina al forte di Irulegi, situato sulla cima dell’omonima montagna, si è rivelato un significativo collegamento con la cultura vasconica.

Irulegi, grazie alla sua posizione strategica sui Pirenei occidentali e al suo stato di conservazione eccezionale, rappresenta uno dei siti fortificati più importanti della regione. La mano di bronzo, in particolare, è stata rinvenuta sulla soglia di una casa distrutta durante le guerre civili sertoriane, evidenziando l’intensa storia del luogo. La mano, lunga 14,5 centimetri, presenta sul dorso delle incisioni composte da 40 simboli distribuiti su quattro righe. Queste strane iscrizioni sono state analizzate dettagliatamente, rivelando che si tratta di un sottosistema grafico del paleoispanico, con radici condivise con la lingua basca moderna. Questo fa della mano di Irulegi il primo esempio conosciuto di epigrafia vasconica, interpretata come un simbolo apotropaico di buona fortuna.

Gli studi linguistici hanno infatti collegato le iscrizioni alla cultura dei Vasconi, un gruppo della tarda età del ferro che abitava i Pirenei occidentali, area corrispondente all’odierna Navarra. La particolarità della lingua vasconica, che sembra essere sopravvissuta durante i periodi romano e germanico, suggerisce una persistenza culturale unica.

Mano di Irulegi

©Antiquity

Interpretazione e significato culturale

Nonostante alcune ambiguità linguistiche, l’iscrizione sembra configurarsi come una dedica a una divinità, con la menzione di un luogo e l’azione di offerta. L’iscrizione sulla mano, orientata con le dita verso il basso, riporta un messaggio che potrebbe essere dedicato forse alla Buona Fortuna, indicando anche un luogo e un’azione dedicata. La parola “sorioneku”, simile al basco “zorioneko” (“di buona fortuna”), insieme ad altre parole identificate, suggerisce una dedica votiva. Questo reperto non solo fornisce nuove prospettive sulla lingua e la cultura vasconica ma sottolinea anche l’importanza rituale di oggetti come la mano di Irulegi nel contesto culturale dell’insediamento.

Mattin Aiestaran, autore principale dello studio e ricercatore presso l’Università dei Paesi Baschi, ha enfatizzato il ruolo rituale della mano, possibilmente utilizzata per buon auspicio o preghiera. Tuttavia, l’assenza di testi comparativi rende complesso stabilire un collegamento diretto con la lingua basca contemporanea. Questo studio non solo illumina aspetti inediti della storia antica della Navarra ma apre anche nuove strade per la comprensione delle interazioni culturali e linguistiche in epoca pre-romana e romana.

Mano di Irulegi

©Antiquity

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Fonte: Antiquity

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