Queste mummie sono le più antiche del mondo e ora rischiano di degradarsi (no, non si trovano in Egitto)

Superando di millenni le mummie egizie, i Chinchorro del Cile ci regalano le più antiche testimonianze della mummificazione: un rituale sacro che ha attraversato oltre 7.000 anni di storia

L’attenzione mondiale è spesso catturata dalle maestose mummie egizie, tuttavia, è nel deserto di Atacama in Cile che si trovano le origini più antiche della mummificazione. I Chinchorro, una comunità di cacciatori e raccoglitori che prosperava lungo la costa settentrionale, furono i primi a praticare questa arte sacra, con prove che datano intorno al 5050 a.C. Oltre a questo, nel deserto sono presenti mummie formatesi in modo naturale, risalenti al 7020 a.C., testimoni dell’uso dell’ambiente arido per preservare i defunti.

Il popolo Chinchorro, che possedeva un’economia basata sull’abbondante risorsa ittica, visse ai confini di uno dei deserti più secchi e inospitali del mondo. In tale contesto, dove alcune zone non hanno registrato piogge per secoli, questi abili pescatori, detti “pescatori di branchie”, si adattarono e prosperarono.

Il più antico dei corpi mummificati naturalmente appartiene all’Uomo di Acha, scoperto all’interno di una gola secca. Pur in stato di parziale decomposizione, studi scientifici hanno permesso di rivelarne l’età e l’identità: un giovane uomo deceduto tra i 25 e i 30 anni. Il ritrovamento di questa mummia naturale, avvenuto circa 9.000 anni fa, ha segnato un punto di svolta, poiché ha ispirato i Chinchorro a sviluppare tecniche di mummificazione artificiale.

La pratica della mummificazione artificiale, iniziata successivamente, è testimoniata da corpi risalenti a 7.000 anni fa. Secondo le ricerche condotte dall’UNESCO, i siti Chinchorro del 5450 a.C. includono esempi eccezionali di queste tecniche. Le mummie, ancora oggi visibili in condizioni sorprendentemente buone, conservano gli ornamenti e gli abbigliamenti colorati della loro cultura da lungo tempo scomparsa. L’UNESCO ha sottolineato l’innovazione continua nelle tecniche di mummificazione dei Chinchorro, che produceva mummie con qualità materiali, scultoree ed estetiche senza pari, dimostrando il valore profondo che i defunti avevano nella loro società.

mummie Chinchorro

© Regional Program for Protection of the Chinchorro Sites

La sfida della preservazione delle mummie Chinchorro al cospetto dei cambiamenti climatici

Questo straordinario capitolo della storia umana precede di millenni l’era della mummificazione egizia. A gennaio 2023, l’annuncio di mummie egiziane datate a 4.300 anni fa non ha fatto che confermare il primato dei Chinchorro in questo campo. I cimiteri del deserto, ultima dimora dei Chinchorro, sono stati riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2021, ma ora si trovano di fronte a una minaccia senza precedenti: il cambiamento climatico.

Molte delle mummie stanno subendo un processo di degradazione, con alcune che hanno iniziato a trasformarsi in una sostanza nera e viscida. Nonostante le mummie di Chinchorro abbiano resistito per millenni, si pone ora il problema della loro sopravvivenza nei secoli a venire, un autentico banco di prova per la resilienza di queste testimonianze storiche di fronte ai cambiamenti del nostro pianeta.

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Fonte: UNESCO

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