Incredibile scoperta nella Francia settentrionale dove lungo il corso di un fiume è stato identificato un quartiere artigianale romano con un laboratorio di un vetraio, una conceria e numerosi reperti tra cui monete e spille. I lavori di scavo non sono stati facili, ma i sedimenti delle alluvioni hanno reso possibile un'ottima conservazione del sito
A sud-ovest dell’abitato francese di Thérouanne, lungo un tratto del fiume Lys, un antico distretto artigianale Romano con i suoi laboratori è riaffiorato. Il quartiere era stato preservato per secoli dai depositi sedimentari delle alluvioni che hanno colpito l’area. Proprio qui è stata avviata una campagna di scavo condotta dall’Inrap, l’Institut national des recherches archéologiques préventives, e i ritrovamenti sono straordinari.
Due gli edifici indentificati lungo una strada perpendicolare al canale. Del primo, che si estende su un’area di 115 m2 , rimangono solamente le fondamenta costituite da una piattaforma in gesso che poggia su diversi pali lignei. Gli archeologi ipotizzano che ” i terrapieni dovevano essere probabilmente mantenuti da muretti a secco e formare una banchina”.
Risulta invece sorprendentemente ben conservato il secondo edificio con alte murature, relativi solai di limo e una bottega per la lavorazione del vetro con le sue fornaci. Al suo interno sono stati rinvenuti un cilindro di vetro blu destinato a essere fuso e altre tracce di vetro.
Ma non finisce assolutamente qui. Lungo il canale gli archeologi hanno ritrovato anche numerose calzature borchiate in cuoio, ma anche scarti di pelle e ossa che lasciano supporre sia la presenza di concerie come di un macello nell’area quanto anche un altro uso del fiume. Si pensa, infatti, che in passato quel corso del Lys possa essere stato usato per smaltire materiali e rifiuti in eccesso, una sorta di discarica.
Tutte le ossa prelevate presentavano un taglio nello stesso identico punto, il che significa che in questo distretto era in funzione una vera catena di produzione con attività tra loro connesse. Nell’area di scavo gli archeologi hanno osservato anche una gran quantità di monete, piccoli oggetti in bronzo, spille e chiavi che ci danno l’idea della quotidianità in questo villaggio.
Lo scavo dei livelli posti al fondo del canale è molto complesso perché il costante innalzamento dell’acqua (il sito è stato completamente allagato tre volte durante l’intervento) impedisce il riconoscimento della stratigrafia. Tuttavia, le poche prove effettuate nel sedimento hanno restituito reperti abbondanti ed estremamente ben conservati, ha detto l’Inrap in un comunicato stampa.
L’intero sito è stato ricoperto da circa 2,5-3 metri di sedimenti, che ne hanno favorito la conservazione e permesso all’Inrap di scoprire questi tesori. Altrettanto interessante è la presenza di un edificio medievale venuto fuori durante lo scavo con una piccola cantina in muratura e i resti di un focolare.
L’edificio, come l’area, venne abbandonato intorno al XVI secolo quando Thérouanne venne distrutto dalle truppe di Carlo V.
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Fonte: Inrap
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