La determinazione del numero esatto di piramidi egizie esistenti è un tema di dibattito tra gli studiosi, complicato da definizioni variegate di cosa costituisca una piramide e dall'inclusione di strutture in Sudan, evidenziando la ricchezza e la complessità della storia antica
Le piramidi d’Egitto, con la Grande Piramide di Giza che svetta come l’ultimo testimone delle meraviglie del mondo antico, rappresentano un capitolo affascinante della storia dell’umanità. Queste maestose strutture che punteggiano il paesaggio egiziano sollevano però un interrogativo: quanti sono questi monumenti antichi che ancora oggi resistono al tempo? Un rapido sguardo su Google offre il numero 118, citando Wikipedia come fonte. Tuttavia, approfondendo la questione con gli esperti, si scopre una realtà più sfumata e complessa.
Ann Macy Roth, docente di storia dell’arte e studi ebraici e giudaici presso la New York University, ha evidenziato l’ambiguità della questione, sottolineando come non esista un consenso unanime tra gli studiosi su cosa si debba precisamente intendere per “piramide egizia”. La controversia si estende alle piramidi costruite in Sudan durante la XXV dinastia (712-664 a.C. circa) da faraoni nubiani, che, pur essendo al comando dell’Egitto, sollevano dubbi su se le loro costruzioni debbano essere incluse nel conteggio.
Le “Piramidi Secondarie”: contarle o meno?
Ulteriori complicazioni emergono quando si considerano le cosiddette “Piramidi Secondarie“, o “Piramidi delle Regine”, minori in dimensioni e spesso situate vicino a quelle più imponenti come quelle di Khufu, Khafre e Menkaure a Giza. Queste Piramidi Secondarie, talvolta in cattive condizioni di conservazione, pongono interrogativi sul loro riconoscimento nel totale delle piramidi. Mark Lehner, presidente di Ancient Egypt Research Associates e autore di “The Complete Pyramids: Solving the Ancient Mysteries”, amplifica il dibattito su cosa qualifica effettivamente una struttura come piramide, evidenziando i casi di piramidi incompiute o di costruzioni abbandonate poco dopo l’avvio.
Nonostante le difficoltà nel determinare un conteggio esatto, David Lightbody, egittologo e professore aggiunto presso l’Università del Vermont, ritiene che il numero di 118 possa essere una stima vicina alla realtà, sebbene ammetta di non averle verificate personalmente. Questo totale includerebbe numerose piccole piramidi private, oltre a quelle più note e monumentali. Lightbody aggiunge un’osservazione interessante: ci sono più piramidi in Sudan che in Egitto, con nuove scoperte che emergono regolarmente negli antichi cimiteri sudanesi, sebbene queste siano generalmente di dimensioni inferiori rispetto a quelle di Giza.
La questione del numero esatto di piramidi egizie rimane dunque avvolta in un velo di mistero, con opinioni divergenti tra gli esperti e una complessità che va oltre una semplice cifra. Ciò che è indiscutibile, però, è l’imponente eredità che queste strutture continuano a rappresentare per la storia e la cultura dell’umanità.
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Fonte: LiveScience
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