Svolta storica: decifrata la prima parola dei papiri carbonizzati di Ercolano grazie all’intelligenza artificiale

Un antico rotolo gravemente bruciato durante l’eruzione vulcanica che distrusse Ercolano quasi 2.000 anni fa è stato reso leggibile dall’intelligenza artificiale

Il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale è sempre aperto. Una cosa l’abbiamo capita: se usata con criterio e a scopi culturali, può aprire le porte a un mondo del tutto nuovo. È quanto hanno fatto gli scienziati informatici dell’Università del Kentucky.

Hanno infatti sfruttato le potenzialità dell’IA per leggere un antico rotolo di pergamena bruciato nell’eruzione vulcanica che distrusse Ercolano nel 79 d.C.. Quando il Vesuvio eruttò, sostanzialmente, trasformò questi rotoli di papiro in carbone.

Le pergamene sono così fragili che se si provasse a srotolarle si ridurrebbero in polvere ed è per questo che finora nessuno è stato in grado di leggervi qualcosa. Nonostante gli storici pensassero che non avremmo mai saputo cosa fosse scritto su quei fogli, la prima parola – “porpora” – è stata ora finalmente decodificata.

Come si è arrivati a questa scoperta

Il team dell’Università del Kentucky ha sviluppato un algoritmo di machine learning per leggere le immagini a raggi X dei rotoli “carbonizzati”. È stata eseguita una radiografia 3D del rotolo bruciato per creare un processo chiamato “unwrapping virtuale”. Poi è stato lanciato lo scorso marzo un concorso chiamato Vesuvius Challenge.

Sono state diffuse migliaia di immagini 3D a raggi X di due rotoli arrotolati e di tre frammenti di papiro, nonché programmi di intelligenza artificiale che potrebbero essere utilizzati per aiutare a decifrare l’antica scrittura greca. Da qui è partita la sfida agli informatici di tutto il mondo: usare e migliorare l’algoritmo per scovare il testo.

Un premio di 40.000 dollari è stato assegnato al ventunenne informatico Luke Farritor per aver trovato le prime lettere. Allo stesso risultato è arrivato anche Youssef Nader dalla Germania: c’era scritto “πορφύραc”, ossia porpora. Nader, essendo giunto alla conclusione più tardi di Farritor, si è aggiudicato 10.000 dollari.

Sono in palio altri premi in denaro per i ricercatori che riusciranno a estrarre le parole dai rotoli di pergamena, prelevati dalla biblioteca di una lussuosa villa sepolta nella città romana tanti anni fa. La corsa è apertissima per poter leggere il maggior numero possibile di rotoli.

È ancora un mistero cosa ci sia in queste pergamene. Si ipotizza possano essere opere di filosofia oppure cronache del tempo e informazioni di vita quotidiana che ricostruirebbero come si viveva all’epoca. Adesso, grazie ai progressi della tecnologia, gli esperti sono più vicini che mai a scoprirlo.

IA Vesuvio

@University of Kentucky

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Fonte: University of Kentucky

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