La scoperta di Gaiasia jennyae, un antico predatore del Permiano con un cranio lungo oltre 60 cm, rivela nuove informazioni sull'evoluzione dei primi tetrapodi
Prima ancora che i dinosauri dominassero la Terra, un incredibile predatore solcava le acque paludose, aspettando pazientemente le sue prede. Con un cranio lungo oltre 60 cm e potenti mascelle, il Gaiasia jennyae era un cacciatore temibile. Ma cosa lo rende così speciale? E perché la sua scoperta sta facendo tanto rumore nella comunità scientifica?
Jason Pardo, uno degli autori principali dello studio, descrive Gaiasia jennyae come un grande predatore, forse un po’ lento, ma estremamente efficace. La scoperta di questo fossile è avvenuta nella Formazione Gai-as in Namibia, ed è stato dedicato alla rinomata paleontologa Jenny Clack.
La dottoressa Claudia Marsicano dell’Università di Buenos Aires e il suo team erano sbalorditi quando hanno rinvenuto questo esemplare. Claudia racconta:
Quando abbiamo scoperto questo enorme esemplare sull’affioramento, è stato davvero sbalorditivo. Ho capito immediatamente che era qualcosa di totalmente nuovo. L’entusiasmo era palpabile. Esaminando il cranio, la struttura della parte anteriore ha subito catturato la mia attenzione. Era l’unica parte visibile e mostrava zanne intersecanti, creando un morso unico tra i primi tetrapodi.
Il team ha riportato alla luce diversi esemplari, tra cui uno con un cranio e una colonna vertebrale ben conservati. Pardo ha spiegato:
Abbiamo avuto materiale davvero eccezionale, incluso un cranio completo, che ci ha permesso di confrontarlo con altri animali dell’epoca per capire cosa fosse questa creatura e cosa la rendesse unica. E c’è davvero molto che la rende speciale.
Un predatore che sembra uscito da un film
Gaiasia jennyae era dotato di potenti mascelle e denti affilati, perfetti per cacciare le prede dei suoi habitat. Le sue zampe robuste indicano che poteva correre velocemente, rendendolo un cacciatore formidabile.
Il fossile è stato ritrovato in una regione della Russia ricca di reperti paleontologici, fornendo nuove e importanti informazioni sull’ecosistema del Permiano. Gaiasia jennyae viveva in un ambiente variegato, dove le condizioni climatiche e geologiche influenzavano fortemente flora e fauna.
Come viveva questa creatura? Quali erano le sue prede? Lo studio dei fossili di Gaiasia jennyae sta riscrivendo la nostra comprensione delle dinamiche predatore-preda e delle interazioni ecologiche dell’epoca. Gli scienziati ritengono che questa specie possa rappresentare un tassello cruciale per comprendere meglio l’evoluzione dei therapsidi, il gruppo di rettili antenati dei mammiferi.
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Fonte: Field Museum – NextMe
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