Sorprendente scoperta in Guatemala dove un team di archeologi ha rinvenuto i resti di una antichissima civiltà quasi del tutto sconosciuta alla scienza. Nel complesso sono stati identificati quasi 1000 insediamenti e resti archeologici di un immenso regno precolombiano
Scoperta da togliere il fiato nella foreste pluviali a nord del Guatemala. Nel bacino carsico di Mirador-Calakmul gli archeologi hanno individuato le rovine di un’antichissima civiltà Maya preclassica di 2000 anni fa (foto dell’articolo esemplificativa). A rivelarlo un nuovo studio scientifico pubblicato di recente sulla rivista Ancient Mesoamerica.
Un’impresa più che ardua considerando che i resti si trovano nascosti e protetti dalla fitta e lussureggiante vegetazione della zona. Per portare a termine la campagna di studio un team di ricercatori ha infatti adoperato un sistema di rilevamento laser, il LiDAR, acronimo di laser imaging, detection, and range.
Questo strumento, proprio come un radar, ha ispezionato dall’alto la foresta, segnalando la presenza di quasi 1000 siti archeologici e la loro distanza. Resti di fortificazioni, abitazioni e strutture piramidali fulcro della vita economica, politica e religiosa della Mesoamerica disseminati sul territorio e collegati da una fittissima rete di strade rialzate.
Sorprendente è stato notare come la maggior parte delle strade rialzate conducesse a imponenti edifici piramidi. Tra questi vi è La Danta, una gigantesca piramide alta 72 metri e tra le più famose del periodo precolombiano.
Le analisi LiDAR hanno dimostrato la presenza di dense concentrazioni di siti contemporanei nuovi e precedentemente sconosciuti, piattaforme massicce e costruzioni piramidali, inclusi gruppi triadici, numerosi complessi, reti di strade rialzate, campi da gioco e bacini idrici che hanno richiesto enormi quantità di lavoro e risorse, accumulate da un’organizzazione e un’amministrazione presumibilmente centralizzate. Lo scheletro dell’antica struttura politica ed economica come stato-regno nei periodi medio e tardo preclassico nel bacino carsico di Mirador-Calakmul, scrivono i ricercatori.
Accanto ai resti archeologici sono stati scoperti anche 195 serbatori artificiali per la raccolta e la gestione dell’acqua chiamati aguadas, siti tra gli insediamenti centrali e i villaggi circostanti. Nella regione devono essere indispensabili, essendoci solamente paludi ma non fiumi e laghi.
Molti di queste rovine erano già note agli esperti, ma non si credeva certo che questa civiltà potesse essere così estesa. La zona era stata esaminata in passato solamente in parte per via dell’impossibilità di raggiungere alcune aree. Adesso, però, grazie alla tecnologia LiDAR gli archeologi hanno potuto riscoprire le tracce di una civiltà perduta.
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Fonte: Ancient Mesoamerica
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