In una tranquilla città del Giappone, sotto strati di terra e tempo, è stata fatta una scoperta sorprendente. A Maebashi, durante lavori per una nuova costruzione, sono emerse oltre 100.000 monete antiche, alcune vecchie di più di 2 millenni. Questa scoperta straordinaria è emersa nel 2023 nel sito di Sosha Village East 03, in concomitanza con i lavori per la costruzione di una fabbrica nel distretto di Sojamachi, offrendo una prospettiva unica sulla storia millenaria della regione.
Il deposito ritrovato presenta una singolare organizzazione: le monete, suddivise in fasci di circa 100 pezzi ognuno, erano legate insieme mediante corde di paglia note come “sashi”. Tra queste, spiccano esemplari di “Ban Liang”, la prima moneta unificata cinese coniata nel 175 a.C., e altre valute che coprono un arco temporale che va dal VII al XIII secolo. L’aggregazione delle monete suggerisce una sepoltura frettolosa, probabilmente per nasconderle in vista di imminenti conflitti, dato che il sito si trova vicino a dimore lussuose appartenenti a notabili del Giappone medievale.
Il sito scavato si estendeva per circa un metro in larghezza e raggiungeva una profondità di 60 centimetri. Dal terreno sono stati estratti 1.060 fasci di sashi, ognuno contenente diverse monete, con alcune collezioni che ammontano a un migliaio di pezzi, il tutto incastonato tra resti di stuoie di paglia di riso.
L’analisi delle monete
L’esame di 334 monete ha messo in luce una sorprendente varietà, identificando 44 tipi differenti di valute che vanno dalla dinastia Han occidentale fino alla dinastia Song meridionale. Ciò fornisce una panoramica eccezionale sulla storia monetaria della Cina. Il “Ban Liang” del 175 a.C., il reperto più antico tra quelli ritrovati, si distingue per le sue peculiarità: un diametro di 2,3 centimetri, un foro quadrato centrale di 7 millimetri e uno spessore di 1 millimetro, oltre a incisioni caratteristiche su entrambi i lati.
Gli specialisti suggeriscono che questo notevole tesoro di monete antiche possa essere stato occultato nel corso del turbolento periodo Kamakura (1185-1333), sebbene le datazioni rimangano preliminari e siano in attesa di conferma attraverso ulteriori studi. Il sito archeologico si inserisce in un contesto più ampio, che include reperti significativi come i tumuli funerari di Sosha e le rovine dei templi di San’o e Ueno Kokubunji, testimoniando l’importanza storica e culturale della regione dal tardo periodo Kofun al periodo Ritsuryo. Questi ritrovamenti sono stati esposti nella “Mostra di artefatti culturali appena scavati 2023” nel quartiere Otemachi di Maebashi, fino a novembre 2023, offrendo al pubblico un’occasione unica per avvicinarsi a questo capitolo affascinante della storia giapponese e cinese.